Casta away….

Oh Wilson…caro Wilson…mi sa che alla fine ho solo te per consolarmi…..

Allora sono arrivata a Sydney a giugno. Sono sette mesi ormai. SETTE MESI.
Ho conosciuto tanta gente, ho amici, mi diverto.

Oddio, mi diverto si.

Ma vogliamo parlare degli uomini australiani? Ne vogliamo parlare? Affrontiamo una volta per tutte l’argomento? Perchè a essere disperata non sono solo io, italiana emigrata in Australia…a strapparsi i capelli per questi uomini che hanno un romanticismo che rasenta la miseria e preferiscono il boccale di birra al letto…sono soprattutto le australiane!!! Continua a leggere

Australia day….Invasion day o Survival day?

Ed ecco avvicinarsi un’altra interessante festa aussie…l’Australia Day….che sarà festeggiato pensate un po’ come? Con birra e barbecue!! Strano, eh?

Qui vanno matti per  i party, la parola barbecue, abbreviata bbq, è un must, più diffusa di “party” penso…anche perchè qui molti hanno casetta con giardinetto, e pure gli affezionati della city,quelli che vivono nei grattacieloni, hanno il tetto a disposizione per farsi le grigliate…basta avere un grill sempre a portata di mano…

Quindi, qualsiasi cosa accada, da un compleanno, a un matrimonio, da una festa di laurea alla morte della nonna….let’s barbecue!!

Il giorno in questione è il 26 gennaio,  giorno in cui, nel lontano 1788,  il capitano Arthur Philiip prese possesso della colonia del Nuovo Galles del sud, il New South Wales…

Però se vogliamo essere perfidi questo giorno è quello festeggiato dai discendenti British..perchè gli aborigeni, i primi abitanti australiani, i veri indigeni, non sono proprio entusiasti. Il 26 gennaio 1788 rappresenta per loro l’inizio della fine, l’inzio della colonizzazione e schiavizzazione inglese….. Continua a leggere

Te la do io la cupcake….

Ora io sono italiana, sono nata con la passione per il cibo nel sangue, nella testa, fa parte della mia storia e ne sono orgogliosa.

Ma noi italiani rispetto agli australiani, in fatto di passione per il cibo, siamo delle mezze seghe. Con rispetto parlando, si intende.

Perchè la domanda mi nasce spontanea: ma perchè ovunque, in tv, nelle edicole, per la radio, la gente parla di mangiare? E perchè, sempre nelle edicole, nelle televisioni, nelle radio la gente parla di come perdere peso con la stessa preoccupazione? Continua a leggere

Elogio al koala

Fine dicembre 2009….gita fuori porta in Ocean road, un bel pezzo di strada da Melbourne, una panoramica sull’oceano che corre lungo la costa sud dello Stato di Victoria…

Sono  insieme alla mia amica Fede, abbiamo deciso di passare il natale a Melbourne e ci siamo promesse di vedere i 12 apostoli prima di rientrare a Sydney. I 12 apostoli sono rocce enormi che emergono alte, possenti e forti dall’oceano, lo fendono selvaggiamente a pochi metri dalla costa…e sono qualcosa di spettacolare….

Sulla via per raggiungere questa meraviglia del mondo ci imbattiamo in un’altra meraviglia, più piccola, buffa e in via di estinzione…un koala.

Ci sono eucalipti ovunque. Sono le case di questi animali simbolo dell’Australia, con un cervello talmente piccolo da dimenticarsi quasi uno degli istinti che fa andare avanti il mondo e senza il quale il mondo sarebbe già morto…la fame…

E stanno rischiando l’estinzione. Continua a leggere

Capodanno a Sydney….che attesa…

Intanto, buon 2010 a tutti!!!

Detto questo, volevo raccontarvi il mio capodanno australiano…quello memorabile, quello dei fuochi altissimi in cielo, delle barchette che solcano il fiume Parramatta decorate come animaletti luccicanti, dell’Harbour Bridge che esplode in un tripudio di luci e fumo, quello dei fiumi di alcol che si perdono nella notte, dei barbecue, dei party.

E quello dell’attesa, l’estenuante attesa dei fireworks, i fuochi, di Sydney. Una cosa mai vista. E’ un evento in se stesso. Un evento che mi fa provare ancora più stima per gli australini perchè io, da buona italiana con poca pazienza, non potrei mai mai mai farlo. Continua a leggere

Canguri, koala e…lucciole. Capitolo Secondo

La mia amica Luna, quella che ha trovato lavoro nei bordelli di Sydney,questa settimana era stanca.

“Pochi lavori, gli uomini qui le vogliono tutte magre che sembrano malate cazzo e io invece mangio e me ne frego!.

Luna non e’ magra ma neppure grassa, e’ una donne di quelle vere, procaci, curvose e sensuali e come tutte le italiane…adora mangiare! E lo dice fieramente : “L’altra sera eravamo nella saletta dove stiamo sempre prima di uscire fuori e fare la sfilata davanti ai clienti” racconta” e a un certo appunto e’ arrivata al solita brasiliana che lavora come una matta…dieci anche piu’ lavori al giorno, una volta ne ha fatti 25…io non so come fa. Vabbe’ insomma la vedo, magra, alta ,tutta rifatta ma bella e domando alla mia amica russa” Ma come cazzo e’ che e’ cosi’ magra? Ma queste non mangiano? E la mia amica russa mi dice, no non mangiano e quando hanno fame si drogano cosi’ l’appetito non lo sentono. Io ero scioccata, tanto scioccata che sono andata a mangiarmi un croissant ripieno alla crema. Ma come si fa?”

Io non lo so come si fa, ma qui in Australia nei bordelli le ragazze per lavorare di piu’ adottano questo sistema allucinante: mettono i soldi da parte, 20 mila euro sono sufficienti, lavorando come matte.  Continua a leggere

Boxing day….Il giorno della scatola….

L’Australia continua a stupirmi. Non c’è giorno in cui non mi chieda “Ma come? Ma dai! Ma come stanno??”

Si, come stanno questi australiani?

Ora mi va bene passare il natale al caldo, tra barbecue e birrozzi invece che al gelo con cioccolata calda (che però il suo fascino ce l’ha sempre eh?)…mi sta bene…mi sta bene, anzi mi faccio andar bene che la città abbia qualcosa di vicino allo zero come decorazioni natalizie, il che mette una tristezza infinita, ma che cosa ci vogliamo fare? E’ l’Australia bellezza…

E mi sta pure bene non vedere praticamente nessuno in giro con pacchi e pacchettoni come fossimo tutti dei gran babbi natale….cosa che in Italia avviene regolarmente, specialmente all’anti vigilia…

Però se mi mettete i  nomi strani alle feste io ci rimango troppo male. Non si fa così. Continua a leggere

Re Bu No Ai (Red Bull no Ice)…vita al casino’ di Sydney

No non sono impazzita tranquilli.

Allora….

Quando sono arrivata a Sydney lo scorso giugno non avevo una cippa di lavoro ma solo tanta voglia di fare non si sa bene cosa…
Dopo vario girare mi è capitata la fortuna di imbarcarmi come, udite udite, cocktail server per il Casino di Sydney.
E non nella mega sala dove giocano tutti. No. Nella Sovereign room, sala vip per i clienti migliori, quelli che giocano di più…quelli che buttano via un sacco di soldi e si giocano pure la mamma alle macchinette, per intenderci.

Il casino’ si chiama Star City…faccio il nome tanto  di casinò ce n’è uno a Sydney, è inutile giocare all'”anonima camerieri “…

Questi i miei compiti: sorridere con il vassoio in mano, girare per i tavoli della sala vip e chiedere a quelli che si stanno giocando la mamma a baccarat (ma che caz—di gioco è?) o black jack se vogliono qualcosa da bere…

Facile, no?

NOOOOOOOOOOOO

Perchè finché hai a che fare con gente che parla inglese va bene, capisci tutto. Ma nella Sovereign di gente che parla inglese, a parte lo staff, ce n’è poca. Sono quasi tutti asiatici.

E io dico, ma gli asiatici a Sydney parlano inglese cavolo, ne ho incontrati tanti in questi mesi! Perchè al casinò perdono tutti il dono della parola?

Ad oggi ancora non mi so rispondere.

E la prima volta che ho servito per me è stato un trauma.. Continua a leggere

Mamma “li taxi” !!!

Io non mi voglio lamentare, Sydney è stupenda, l’Australia è stupenda…gli australiani sono stupendi…

Però dico…dico…ma i tassisti appartengono forse a un’altra specie?

No perchè io rimango. Ci rimango proprio male….io mi incazzo porca miseria ladra….

Perchè ti prendono letteralmente per il culo. E scusate il francesismo….

Ora non è possibile che da The Rocks a Central Station, 3 chilometri scarsi di strada, uno debba pagare 30 dollari….non è possibile che per andare in George street da Pyrmont il tassista debba passare per forza per Broadway…e se gli chiedi perchè ti dice che Sydney è tutta un senso unico….ma tu gli fai capire che se anche hai l’accento italiano non vuol dire che sei scema..la città la conosci anche tu e non c’è bisogno di fare dieci chilometri per raggiungere un punto che da dove hai preso il taxi ne dista solo un paio…

Scusate la sfogo ma ad oggi, e sono sei mesi che sono qui, ne ho trovato solo uno di onesto…
tutti gli altri ti fregano.

Io ci provo a non farmi fregare, ma è dura. E detto da un’italiana è allucinante, noi siamo i re delle fregature ma qui a Sydney ci battono miseria…

Ora ho affinato la tecnica ma ogni volta è una guerra.

Innanzitutto fermarli per strada è un’impresa. Dimenticatevi le scene nei film, dove alzano la mano un secondo e il taxi si ferma….qui manco se ti butti per terra…oppure si fermano nel traffico e tu devi rischiare la vita per salirci in tempo….

Comunque, una volta “afferrato” il taxi, inizia la battaglia.

Salgo. Mi metto sempre davanti perchè, dicono, se sei solo e ti metti dietro sta male, fai la figura di quello che se la vuole tirare (ma sono normali? Boh..)

Vabbè allora io mi metto davanti. Mi siedo di botto, senza tentennamenti. Metto la cintura. Mi giro e guardo l’autista per due secondi dritto negli occhi. Bisogna essere veloci, non tentennare, non mangiarsi le parole e, soprattutto, ecco perchè per noi italiani è difficile, occorre simulare l’accento australiano.

Perchè se si accorgono che sei foresto è finita….anche quell’aggeggio infernale che segna il prezzo lo capisce….i numerini cominciano a scorrere senza sosta e prima ancora che riesci a formulare l’indirizzo hai già perso 4 dollari.

Mai dire: mi scusi potrebbe portarmi a….”. Mai. Così ti fregano subito.

Bisogna essere diretti, gentili ma diretti: “Central station, please”. E loro partono.

Io provo a simulare l’accento aussie (che detto tra noi non è proprio il massimo) e magari per due parole ci riesco.

Ma loro sono ancora più furbi. Loro ti fanno parlare. Ti chiedono come stai, cosa fai, dove sei…e tu come una scema parli perchè il tempo lo devi pur far passare no? Come lo passi il tempo mentre lui fa il giro della città per portarti alla stazione centrale che da casa tua dista solo pochi chilometri?
E così mentre rispondi quello capisce, anche il conta secondi capisce (non mi ricordo come si chiama quell’aggeggio infernale) e parte in quarta….dieci centesimi ogni dieci secondi…un inferno.

L’ultima volta l’ho preso alle 5 del pomeriggio di venerdì..ora direte “te la sei cercata”…no! E’ la Vale che insiste, la mia amica italiana che prende il taxi anche per fare due metri….
Io non ce la facevo più: 500 metri, 14 dollari perchè c’era un traffico pazzesco e mancava un km buono alla destinazione: l’ho guardato male due o tre volte, lui ha fatto finta di cambiare strada per far vedere che ce la metteva tutta poverino e invece si è imbottigliato ancora peggio….e intanto l’aggeggio correva…

Gli ho detto di fermarsi, così in mezzo alla strada.Siamo scese, la Vale ha pagato…. in fondo il taxi lo ha chiamato lei eh… e siamo andate a piedi.

Ecco l’alternativa ai taxi australiani: belle passeggiate che tanto fanno bene, ti tieni i soldi in tasca ed eviti l’ulcera…

E’ triste, e concludo, che dopo ore spese ad ammirare una delle città più belle del mondo, uno si rovina la giornata perchè si è permesso di prendere il taxi…

E soprattutto ha commesso l’errore di far capire al tassista che non è di Sydney…

Sta un po’ a vedere che mo scopro che gli australiani il “cab”, come lo chiamano qui, non lo prendono! 🙂

Canguri, koala e….lucciole!

Lo fanno per comprarsi una borsa, per permettersi una cena costosa o pagare la retta scolastica dei bambini….lo fanno senza paure, ansie, piene di consapevolezza, a testa alta, orgogliose….lo fanno soprattutto perche’ qui in Australia, in tre stati e un territorio, e’ perfettamente legale.

Parlo delle migliaia di donne che si vendono nei centinaia di bordelli sparsi in tutto il continente…dai nomi strani come la “Petite Arome” o che riportano ad antichi erotici fasti come “Cleopatra”….pullulanti di bellezze di ogni tipo, australiane, asiatiche, africane, europee, italiane…

In Australia in generale si passa inosservati pure se esci con un gabinetto in testa e senza niente addosso, vestito in modo improponibile o completamente nudo. Non c’è giudizi0, apparentemente, negli occhi della gente. Sei libero di fare quello che vuoi, nei limiti del rispetto della libertà degli altri.

Ergo: vuoi vendere il tuo corpo? Perchè no.

Visto da fuori, i giudizi di illuminati, sociologi e critici di varia natura si sprecano: la prostituzione è una forma di schiavitù, le donne sono viste come merce, è un mondo malato, il maschilismo imperversa….

Nel volume dal titolo “Making Sex Work: A Failed Experiment With Legalised Prostitution” (Spinifex Press), l’autrice Mary Lucille Sullivan, sedicente “femminista militante” svolge un’approfondita analisi della situazione nello Stato di Victoria, di cui Melbourne è capitale. La Sullivan afferma: “Il tentativo di dipingere la prostituzione come un’occupazione da sottoporre alla normativa sulla salute e la sicurezza del lavoro ignora l’intrinseca violenza insita nella prostituzione e il fatto che le molestie sessuali e lo stupro non sono distinguibili dal prodotto che i clienti acquistano”.

Un attimo. Fermi tutti. In Australia, dove è legale, la situazione è sotto controllo (almeno nella maggior parte dei casi, poi si sa le eccezioni ci sono sempre), chi sceglie questo mestiere lo fa (spesso) in totale autonomia, e proprio perchè è legale lo sfruttamento è meno frequente.

Scrivo con cognizione di causa perchè conosco chi in questi bordelli ci lavora. E se ci sono casi estremi di stupri, violenze e sfruttamenti, nella maggior parte dei casi siamo di fronte a un lavoro che viene scelto e organizzato in un certo modo.

Nei bordelli, o almeno in quelli frequentati da chi conosco, le regole sono ferree:

Preservativo sempre, per lavori orali o penetrazione.

Prima di iniziare l’attività il cliente deve farsi una doccia.

Il cliente paga prima.

L’attività si consuma solitamente in stanze predisposte dal bordello.

C’è un servizio di sicurezza o monitoraggio.

Le camere sono dotate di telefono: qualsiasi problema ,la ragazza chiama e il cliente viene cacciato.

Se il cliente presenta segni di malattie o infezioni, la ragazza lo rimanda a casa. Non è che siccome paga, il cliente può infettare la prostituta. Non esiste.

Detto questo, a porte chiuse si fanno tutte le trattative del caso. Voglio dire: il cliente paga il bordello, di norma 180 dollari per la ragazza e 180 per il gestore (ma il prezzo è indicativo). Poi una volta in camera la ragazza si può vendere come crede, a suo rischio e pericolo. Può alzare il prezzo perchè non usa il preservativo, può farsi baciare ovunque senza protezione….può fare quello  che crede. E se ne assume i rischi.

Voglio dire, se una ragazza vuole vendersi, i posti per farlo in totale sicurezza in Australia esistono. Non sto incitando alla prostituzione, ci mancherebbe, dico solo che il fenomeno si può controllare se davvero si vuole. E il lavoro può risultare più pulito di quello che sembra.

Siamo seri: se è il mestiere più antico del mondo una ragione deve pur esserci e questa non sta solo nel suo difficile controllo o per il giro d’affari enorme che genera…

Qualche anno fa ero in macchina con mio padre a discutere della questione: io inveivo contro la mercificazione delle donne, contro la prostituzione, mi schifavo di come si potesse arrivare a tanto, di come possa un uomo comprare sesso da  una sconosciuta  mentre la famiglia è a casa che lo aspetta…e il mio papi se ne esce con una frase che sul momento mi ha fatto girare le palle a mille, ma che adesso, ad alcuni anni di distanza, rivaluto con occhi differenti: “Tu non ti rendi conto della valenza sociale che ha la prostituzione. Le put…ne aiutano, sono una valvola di sfogo. Guai se non ci fossero”.

Questa frase, aggiunta ai racconti delle mie amiche lucciole australiane, adesso ha un senso.

Le ragazze mi raccontano di come spesso non facciano sesso per nulla, di come gli uomini vogliano solo parlare, o di uomini stupendi che pagano perchè non vogliono avere problemi di relazione, o di uomini stanchi, depressi che cercano conforto nel sesso…o di ragazzini che hanno bisogno di una spinta per essere “svezzati”…

E’ un mondo davvero eterogeneo. Non sono solo uomini che vogliono sfruttare le donne, molti di questi uomini hanno bisogno di queste donne…le cercano come disperati, tanti si innamorano…

Perchè per una volta, accanto alla battaglia contro la prostituzione che certamente va perseguita, non proviamo a riflettere sul perchè questo fenomeno sia ancora così rilevante e difficilmente estirpabile dalla società moderna? Siamo sicuri che si tratta solo di mercificazione? O dietro alla ricerca di sesso a pagamento si celano disagi umani che occorrerebbe prevenire in ben altro modo?

L’Australia mi ha aperto gli occhi anche in questo senso: la legalizzazione della prostituzione aiuta a controllare il fenomeno. Davvero.

Se lo si controlla, si mettono regole, tutti sono più sicuri, le ragazze fanno questo lavoro solo per scelta, i clienti sanno che se vogliono la prestazione devono stare a certe regole. A questo si può arrivare.

Ma di certo la prostituzione non si può eliminare senza capirne le vere cause sociali, non solo economiche o libidinose.

Ma poi, siamo sicuri che senza le lucciole il mondo sarebbe migliore? 🙂

 

Gente meravigliosa

Io prima di venire qui non ci potevo credere.

No.

Non ci potevo credere che perfetti estranei, conosciuti in poco tempo, potessero arrivare ad amarmi e stimarmi cosi’ tanto, solo per la persona che sono, senza chiedere niente in cambio.

Mi amano per quello che sono, per come lavoro, per la mia bubbling personality, perche’ per loro una come me non esiste.

Per loro sono speciale.

Loro sono gli australiani. Quelli con cui ho condiviso gli ultimi sei mesi, quelli con cui ho lavorato gomito a gomito, notte e giorno. Con cui ho riso, ho scherzato, con cui magari mi sono anche fatta del nervoso.

In Italia un apprezzamento del genere, da colleghi o amici, non l’ho mai avuto. Qui sono bastati pochi mesi.

 Cosa c’e’ di diverso qui? Perche’ qui mi apprezzano tutti, mi vogliono tutti bene? Perche’ qui ti apprezzano solo per la persona che sei e non per quello che hai fatto o per il tuo nome o altre cazzate??

Perche’, porca miseria ladra, qui e’ tutto cosi’ maledettamente semplice?

Grazie Australia, perche’ da quando sono qui mi amo ogni giorno di piu’.

Merry christmas al caldo….D’oh!!!

Wowowow direste voi eh, laggiù in Europa a morirve de freddo…

si wow….wow l’idea è allettante cavolo, in bikini in spiaggia ad augurarsi merry christmas con i piedi nell’acqua e il cappellino rosso….mentre dall’altra parte dell’emisfero la gente si tira balle di neve, si ripara nei localini a bere cioccolata calda mentre noi andiamo avanti di margarita e ghiaccio a volontà….

Figata vero?

Sapete che vi dico? Boh….o come direbbe Homer Simpson, D’oh!

E’ che  uno ci deve essere per capire.

L’idea è accattivante, però è allo stesso tempo sconvolgente.

E’ un attimo: ti guardi in giro, sudi, hai caldo, vorresti andare al mare, prendi le tue cose, sali sul bus, speri di arrivare alla spiaggia, pensi all’agosto tutti al mare a mostrare le chiappe chiare, pensi ai ghiaccioli, alle grigliate, al ferragosto e poi d’un tratto buuummm…ti si piazza un albero di natale alto 15 metri davanti! Con tanto di palline colorate e neve finta sui rami!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

No dico, per me è un trauma.

Sto vivendo questa scena quasi tutti i giorni, da due settimane, qui a Sydney. La gente compra addobbi e regali in t-shirt, pantaloncini e infradito, quando i miei ricordi vanno alle scampagnate con i miei a Milan

o, dicembre inoltrato, freddo paura, tutti imbacuccati a cercare regali in corso Buenos Aires…e mi sento un po’ confusa

Voi mi direte: meglio fare shopping in pantaloncini che infagottato, no?

Certo certo. Però non lo so…..d’oh!!!

La domanda è: come deve essere il Natale? Voglio dire, qual’è l’altmosfera migliore? Forse per me è strano perchè sono cresciuta in un posto dove a dicembre fa freddo e ad agosto fa caldo…dove a Natale ti capita piure che nevica nel paesino in campagna dove sei cresciuto, letteralmente in culo ai lupi ma stupendo sotto le feste natalizie. Mi ricordo ancora le mattine di idcembre, il paesaggio tutto ghiacciato…sembrava una cartolina…

Qui poi non si sprecano con gli addobbi: qualche albero di natale qua e là, (quello in Queen Victoria Building è qualcosa di spettacolare lo devo ammettere, attraversa tutti i 4 livelli del palazzo, un alberone unico tempestato di 15,000 cristalli  Swarovski , 40,000 luci, 3,700 rami ) qualche stellina ma niente più.

Fortunatamente ci sono i  fantasisti, come l’autista del 501 che si è tinto i capelli  rosso natalizio, ha messo un alberello vicino al volante e ha tempestato il bus con i disegni dei bambini  che frequentano quella linea (idea geniale…ma farlo in Italia no? Quel bus da solo ha messo un’allegria nel quartiere impagabile) ma per il resto il natale qui si sente poco.

Già io per il caldo non lo sento, poi manco gli addobbi mi mettono, ma come si fa? 😦

E ora mi ritrovo catapultata a Sydney, con temperature dicembrine che sfiorano i 30 gradi con punte di 40 a cantare jingle bells, jingles bells, jingle all the way…ma poi mi fermo lì perchè la canzoncina fa così:

Ma quale snow porca miseria!!

Qui mi faccio il natale a barbecue e birrozzo freddo!!! Tristezza!!!!!

Il baffo la sa lunga….

….da qualche giorno ho iniziato a notare qualcosa di strano o perlomeno “fuorimoda”: i ragazzi iniziano a portare i baffi, stile anni settanta-ottanta intendiamoci, alla Birra Moretti per intenderci ( e non me ne vogliano quelli della birra) non curati con eventuale pizzetto da fighettaro….

ora gli australiani sono strani però non è che si alzano tutti insieme una mattina e decidono di tornare tutti a 30 anni fa…mmmm…e io non me ne sto certo a guardare e osservo più attentamente senza chiedere però, perchè non voglio fare la figura dell’italaiana alla moda che denigra le altre (inferiori si intende 🙂  ) mode…..

poi mi cade l’occhio su un cartello esposto nella bacheca eventi dove lavoro….MOVEMBER….

un errore di stampa? Guardo meglio e a quel punto inizio a chiedere e…..voilà! due piccioni con una fava…

Allora gente io non lo sapevo ma in giro per il mondo, una volta all’anno, per tutto il mese di novembre gli uomini di ogni età e genere (perchè ci sono omo e etero no?) si fanno crescere i baffi (dall’inglese moustache più november, ecco movember!) per scopi caritatevoli e per sollecitare la raccolta fondi per la salute dell’uomo, soprattutto per combattere la depressione (anche gli uomini sono depressi sapete fanciulle? Non è solo una nostra prerogativa, pure quella ci hanno tolto!) e il cancro alla prostata….

E’ un’iniziativa nata in Australia grazie a un gruppo di ragazzi di Adelaide e si è sviluppata soprattutto nei paesi anglosassoni…(per saperne di più andate da Wiki .http://en.wikipedia.org/wiki/Movember.) ma perchè non portare l’iniziativa anche dalle nostre parti? Sai che figata vedere gli italiani col baffo stile nonno Birra Moretti o magari (si spera) alla Tom Selleck eroe di Magnum Pi?

Dai su, pure George Clooney, Brad Pitt e Jhonny Depp si sono dati al baffo e il risultato non è male…e poi è per scopi benefici, quindi c’è una ragione in più!!!

E poi sarà che mio padre i baffi li porta e il mio papi per me è bellissimo e mi manca tanto…..

 

Allora, che la forza del baffo sia con voi!!! Io vi appoggio psicologicamente ma non chiedetemi tanto….  🙂

 

41 gradi….41 gradi…41 gradi…

Io non ci potevo credere quando me lo hanno detto: “sai oggi sarà una giornata più calda del solito”….

Pensavo: saranno i soliti 30 gradi umidicci….ma mentre mi sparavo il mio turno da 11 ore (esatto, si, dalle 8 di sera alle sette del mattino) sono uscita un attimo fuori per pulire i tavoli della terrazza e l’impatto con l’aria è stato devastante: cerano quasi 30 gradi alle sei del mattino….noooooooooooo

Ma qui lo vedono come una cosa normale e tecnicamente siamo ancora in primavera!! 😦

L’altro giorno mi sono rifugiata per la disperazione nel Supa Iga, supermercato-gioielleria sotto casa mia, ho comprato giusto due cerotti per non fare la figura della barbona, ma in realtà cercavo l’aria condizionata…mi sono diretta alla cassa con la fronte imperlata di sudore e ho tirato una battuta, o almeno spervao fosse una battuta, alla cassiera: “Ma in estate non è peggio, vero”?

Lei mi ha risposto con un sorriso così rassicurante che speravo confermasse la mia teoria….e invece se ne esce fuori: “Ma certo che è peggio, è ancora più caldo” mi ha detto con un sorriso a tutto denti.” Non è così umido però, fa solo un caldo pazzesco”!

Eheheh meno male pensavo, io uscendo dal paradiso di frescura e immergendomi nella calaura umidicccia di Sydney…meno male porca miseria che da dicembre a gennaio moriremo tutti soltanto di un caldo tremendo, ma almeno non avremo i reumatismi per l’umidità…che gioia queste notizie….

Mentre scrivo ho aperto un attimo la finestra per far entrare un po’ d’aria…sembra di avere un phon puntato minacciosamente in faccia…chiudiamola va e affidiamoci alla ventola che fa pur sempre il suo dovere….

Dammi il mio caffè e nessuno si farà male…

…ora io dico, mi trovo in un paese dove il caffè è bevuto più dell’acqua, te lo danno in tutti i modi, con creme, equal, sugar, honey, con la zia e la nonna insieme….però se gli chiedi un espresso è la fine….

A me piace il caffettone lungo come si vede nei film, in quei bei bicchieroni grandi di carta, il caffè da passeggio che da noi in Italia non è ancora arrivato ( noi ce lo beviamo al bar il caffè o seduti, ma per strada nooo…non te lo gusti per strada)…però sono italiana cazzooo…e magari un espresso italian style ogni tanto mi piace berlo, o no?

Allora innanzitutto va spiegato che quando si entra in un bar, qui a Sydney, la scelta di caffè è devastante:

caffelatte, che loro chiamano “latte” senza sapere che è un nome italiano e che latte vuol dire milk ( ve lo giuro…)

cappuccino che è come il nostro (certi lo fanno anche meglio degli italiani devo proprio dirlo)

flat white, una roba strana che in pratica è un cappuccino lieve lieve, con poco coffee e tanto latte e poca schiuma (voi mi direte ma non è uguale al caffelatte? Non fate queste domande per piacere…)

poi c’è il long black, che letteralemnte significa lungo e nero ma non pensate male, si tratta sempre ( e purtroppo mi viene da dire) di caffè all’americana:, cioè allungato con acqua calda…non è male ve lo assicuro.

Tutti questi caffè possono essere bevuti con latte intero (full cream), scremato (skim) o latte di soia (soy milk).

Figata eh? Ma non manca qualcosa alla lista? Dai guardate bene…

Non c’è l’espresso. Anzi forse c’è ma loro lo chiamano diversamente….poverino…lo chiamanno short black…corto e nero…un insulto porcaccia…

e però NON E’ LA STESSA COSA. E’ una roba al caffè acquosa e corta….

Se entri in una di queste catene multinaziontiale del chicco, l’espresso non lo sanno fare o meglio non sanno cos’è…poi tu con aria seria glielo spieghi guardandoli dritti negli occhi, gli dici che è come uno short black ma devono premere di più il caffè nel braccetto e mettercene di più e fare uscire la cremina…allora forse te lo fanno.

Forse, perchè non tutti accettano di stravolgere la regola. I caffè sono sul menù, se ne vuoi uno diverso cambi bar. Vagli a spiegare che l’espresso è la base di tutti i caffè che fanno…non ci arrivano..almeno non quelli che ho avuto la fortuna di incontrare…

Sono bravi sti australiani e sono creativi, ma in quanto a flessibilità…

è possibile che ogni volta li devo minacciare per un espresso? E dai su…..

Gli italiani in Australia….

La luce di SydneySono qui da cinque mesi e di italiani entusiasti della terra dei canguri ne ho trovati davvero tanti….gente che ha mollato tutto e ha trovato fortuna qui, chi ci è venuto per un viaggio di nozze, il mio caro amico Carlo, e non se n’è più andato…chi è venuto perchè deluso dall’Italia (e chi scrive fa parte di questa cerchia) e ha provato a riscattarsi…

Qualcuno ci è riuscito, ha messo su una ditta, una famiglia…insomma chi è riuscito è contento dell’impresa e tornasse indietro rifarebbe le stesse cose se…..se l’Italia rimanesse la stessa…..

se invece tornasse indietro e vivesse in un’Italia diversa, dove regna la meritocrazia, dove non esistono le raccomandazioni se non a livello davvero lieve (eliminarle del tutto è impossibile e credetemi anche qui a Sydney le cose funzionao così…) dove la legge è davvero uguale per tutti…allora nessuno se ne andrebbe più…

perchè il nostro paese è il più belle del mondo.

Ma siccome l’Italia è quello che è (io lo dico sempre: il problema dell’Italia è che è governata da italiani…) i nostri connazionali scapperanno tutta la vita…quelli che hanno il coraggio di farlo.

Perchè, si badi, chi non scappa non resta perchè è felice ma perchè ha paura…poi certo ci sono quelli che restano perchè amano incondizionatamente il proprio paese e nonostante i mille difetti se lo tengono bene stretto…

Mia madre per esempio. Lei morirebbe per l’Italia. Io no. Ancora non sono arrivata a questi livelli…

Lei è venuta a trovarmi un mesetto e non le ho visto fare i salti mortali per l’entusiasmo…o porca miseria mamma sei a Sydney!!!! Ci sono le vele, guarda le vele dell’Opera House cazzo!!! Ma non vedi quanto sono belle!!! Guarda l’Harbour bridge, cammina nel Botanic Garden…passeggia per lo spiaggione di Bondi…gustati la luce vibrante di Balmoral…..no niente.

Il ponte di ferro....

“Carino” mi diceva… ogni tanto si faceva sfuggire un “Bello” ma penso più per farmi contenta che altro…e io li a sfangarmi per contagiarla con il mio entusiasmo, per farle vedere quanto tutto questo fosse così bello e così diverso dall’Italia….

No, non più bello. Ma piacevolmente diverso.

Continuava a ripetermi: “vengo dal paese più bello del mondo, ma come faccio a entusiasmarmi di fronte  a due vele e a un ponte di ferro?” Le vele sono l’Opera House, una delle opere architettoniche più affascinanti del mondo,il ponte di ferro è l’Harbour Bridge, il ponte a campana più lungo del mondo…ma sono quisquilie…

Ecco lei rappresenta l’Italia verace, vera, passionale. L’italiana che non la freghi con “due vele”, non la entusiasmi con le cupcakes, le tortine che impazzano a Sydney e sembrano uscite dai cartoni animati…no niente….

Le uniche due cose che hanno davvero emozionato mia madre sono state, nell’ordine: il trenino più ripido del mondo che attraversa le Blu mountains, zona montagnosa stupenda a un’ora da Sydney (attenzione, non l’hanno entusiasmata le Tre sorelle, le montagne blu mozzafiato…no….il trenino…figata eh, stupendo, ma insomma….) e il banana bread, un pane integrale spesso due o tre centimetri insaporito con la banana….quando lo ha assaggiato sembrava avesse visto la Madonna….le “vele” non hanno avuto lo stesso effetto….

E io la guardavo stranita. E pensavo agli altri italiani, quelli che vivono qui.

Quelli che ho conosciuto durante il mio lavoro di cocktail server…leggi: cameriera, ma cocktail server fa più figo…

Loro, come dicevo sono entusiasti….non tornerebbero in Italia neanche se li pagassi, elogiano l’Australia e la sue gente, la sua luce, la sua vita….poi io sono bastarda e la domandina glielo devo fare per forza: ma l’Italia ti manca?

E loro come fanno a rispondere di no? Certo che ci manca, ma ci torniamo solo come turisti….è strano andare a fare i turisti nella proprioa terra e vivere la quotidianità in una terra così diversa..ma loro ormai sono abituati…

Ma noi italiani siamo anche fatti così..se partiamo poi ci adattiamo. Siamo ovunque porca miseria!

Attenzione ci adattiamo, non ci integriamo. Almeno questa è la mia impressione. Stiamo al gioco, parliamo con tutti, madniamo avanti i nostri affari e ci facciamo rispettare….ma noi siamo noi, noi ci facciamo conoscere ovunque, noi la nostra italianità te la sbattiamo in faccia,  te la urliamo addosso e fanculo a te se non ti sta bene.

Quindi gli italiani in Australia sono contenti, ma gli si legge una certa malinconia negli occhi che non possono nascondere…mi verrebbe da dire: gli italiani all’estero sono malinconici, quelli in Italia sono incazzati…insomma non va mai bene!

E quando uno di questi “italiani felici” in Australia incontra un altro italiano diventa ancora più felice…finalmente posso palrare in italiano, che bello!!! Non se ne può più di queste faccie schiacciate…ahahah e chi sono le faccie schiacciate? Sono gli asiatici, brava gente che sta letteralmente invadendo l’Australia che con il premier Rudd ha aperto ancora di più le porte rispetto al passato, ma di questo parlo un’altra volta…

E’ un commento razzista??? E’ questo che vi state chiedendo, leggendo queste ultime mie righe? Si. gli italiani sono razzisti, lo sono sempre stati e voi lo sapete bene.

oh, notizia dell’ultima ora: anche gli australiani lo sono, credetemi!

La crisi del koala…o la mia??

Ciao Mondo!!!

Inizio questa avventura del blog da uno dei paesi più affascinanti e strani del pianeta Terra…l’Australia.

Sono qui in realtà da cinque mesi esatti ed è tempo di tirare due somme….

Io qui ci sto proprio bene ma non so dire il perchè…forse è la luce che è diversa, forse è il modo di di vivere…così diverso da quello italiano che amo, per carità, è il mio mondo e lo amerò per sempre…ma qui è un’altra cosa.

A Sydney bisogna venirci. Uno si deve prendere un anno sabbatico, una pausa di riflessione, chiamatela come volete ma qui ci deve venire….poi magari torna perchè l’Italia è l’Italia …..

E io sono fiera di essere italiana fino al midollo, fino all’ultima goccia di sangue che mi scorre nelle vene…ma il mio Paese mi ha così tanto deluso, la vita che facevo prima mi ha fatto talmente incazzare che ho impacchettato le mie cose e a maggio ho deciso di tentare la fortuna scegliendo un paese che fosse il più lontano possibile.

E direi che ci ho preso. L’Europa per me era troppo vicina….gli Stati Uniti? Non era il caso vista la crisi…

….che c’era di meglio dell’isola felice dei canguri e dei koala? Anche se mi dicono che i koala si stanno estinguendo porca miseria e sto paese fa poco per tenerseli….

Allora non perdiamo il filo. Perchè ho aperto questo blog? Perchè???

Voglio provare a raccontare l’Australia dal mio punto di vista, quello italiano. Quello del “io so tutto”, “siamo i campioni del mondo”, “Noi abbiamo sempre ragione” oppure per parafrasare Mourinho che è portoghese ma incarna perfettamente la presunzione tutta tricolore, “Non sono migliore del mondo ma penso che nessuno sia meglio di me”….

Ecco magari con un filino di presuzione in meno, io vorrei provare a raccontarvi questo paese…che mi affascina ogni giorno di più ma non so, per il momento, quale ne sia la vera ragione….