Mamma “li taxi” !!!

Io non mi voglio lamentare, Sydney è stupenda, l’Australia è stupenda…gli australiani sono stupendi…

Però dico…dico…ma i tassisti appartengono forse a un’altra specie?

No perchè io rimango. Ci rimango proprio male….io mi incazzo porca miseria ladra….

Perchè ti prendono letteralmente per il culo. E scusate il francesismo….

Ora non è possibile che da The Rocks a Central Station, 3 chilometri scarsi di strada, uno debba pagare 30 dollari….non è possibile che per andare in George street da Pyrmont il tassista debba passare per forza per Broadway…e se gli chiedi perchè ti dice che Sydney è tutta un senso unico….ma tu gli fai capire che se anche hai l’accento italiano non vuol dire che sei scema..la città la conosci anche tu e non c’è bisogno di fare dieci chilometri per raggiungere un punto che da dove hai preso il taxi ne dista solo un paio…

Scusate la sfogo ma ad oggi, e sono sei mesi che sono qui, ne ho trovato solo uno di onesto…
tutti gli altri ti fregano.

Io ci provo a non farmi fregare, ma è dura. E detto da un’italiana è allucinante, noi siamo i re delle fregature ma qui a Sydney ci battono miseria…

Ora ho affinato la tecnica ma ogni volta è una guerra.

Innanzitutto fermarli per strada è un’impresa. Dimenticatevi le scene nei film, dove alzano la mano un secondo e il taxi si ferma….qui manco se ti butti per terra…oppure si fermano nel traffico e tu devi rischiare la vita per salirci in tempo….

Comunque, una volta “afferrato” il taxi, inizia la battaglia.

Salgo. Mi metto sempre davanti perchè, dicono, se sei solo e ti metti dietro sta male, fai la figura di quello che se la vuole tirare (ma sono normali? Boh..)

Vabbè allora io mi metto davanti. Mi siedo di botto, senza tentennamenti. Metto la cintura. Mi giro e guardo l’autista per due secondi dritto negli occhi. Bisogna essere veloci, non tentennare, non mangiarsi le parole e, soprattutto, ecco perchè per noi italiani è difficile, occorre simulare l’accento australiano.

Perchè se si accorgono che sei foresto è finita….anche quell’aggeggio infernale che segna il prezzo lo capisce….i numerini cominciano a scorrere senza sosta e prima ancora che riesci a formulare l’indirizzo hai già perso 4 dollari.

Mai dire: mi scusi potrebbe portarmi a….”. Mai. Così ti fregano subito.

Bisogna essere diretti, gentili ma diretti: “Central station, please”. E loro partono.

Io provo a simulare l’accento aussie (che detto tra noi non è proprio il massimo) e magari per due parole ci riesco.

Ma loro sono ancora più furbi. Loro ti fanno parlare. Ti chiedono come stai, cosa fai, dove sei…e tu come una scema parli perchè il tempo lo devi pur far passare no? Come lo passi il tempo mentre lui fa il giro della città per portarti alla stazione centrale che da casa tua dista solo pochi chilometri?
E così mentre rispondi quello capisce, anche il conta secondi capisce (non mi ricordo come si chiama quell’aggeggio infernale) e parte in quarta….dieci centesimi ogni dieci secondi…un inferno.

L’ultima volta l’ho preso alle 5 del pomeriggio di venerdì..ora direte “te la sei cercata”…no! E’ la Vale che insiste, la mia amica italiana che prende il taxi anche per fare due metri….
Io non ce la facevo più: 500 metri, 14 dollari perchè c’era un traffico pazzesco e mancava un km buono alla destinazione: l’ho guardato male due o tre volte, lui ha fatto finta di cambiare strada per far vedere che ce la metteva tutta poverino e invece si è imbottigliato ancora peggio….e intanto l’aggeggio correva…

Gli ho detto di fermarsi, così in mezzo alla strada.Siamo scese, la Vale ha pagato…. in fondo il taxi lo ha chiamato lei eh… e siamo andate a piedi.

Ecco l’alternativa ai taxi australiani: belle passeggiate che tanto fanno bene, ti tieni i soldi in tasca ed eviti l’ulcera…

E’ triste, e concludo, che dopo ore spese ad ammirare una delle città più belle del mondo, uno si rovina la giornata perchè si è permesso di prendere il taxi…

E soprattutto ha commesso l’errore di far capire al tassista che non è di Sydney…

Sta un po’ a vedere che mo scopro che gli australiani il “cab”, come lo chiamano qui, non lo prendono! 🙂

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