Vi ricordate ancora di me? Ehilà….c’è ancora qualcuno che legge qui? 🙂
Speriamo di non avervi persi tutti!
E’ passato più di un anno, avete ragione.
Sono diventata mamma di uno splendido bambino, Leonardo. E non vi ho più scritto. Ma che si fa così?
No, non si fa.
Ma diciamo che per i primi mesi gli ormoni hanno preso il sopravvento.
Dire che la maternità ha stravolto la mia vita è un eufemismo. Una gioia estrema, pari solo all’ansia che scaturisce da un evento del genere, soprattutto alle mamme.
Io poi lasciamo stare, sono l’emblema dell’ansia. Potete immaginarvi le scene di io che urlo quando Leo si mette in bocca qualcosa o mi alzo di notte per vedere se respira…
Gli altri mesi li ho passati a capire come conciliare un lavoro che stava diventando un inferno, con la vita di mamma. E quindi passavo le giornate a capire come non farmi del nervoso a lavoro per non rovinarmi le poche ore a disposizione con il mio bimbo.
Carissimi, oggi sono andata a curiosare sul sito del dipartimento immigrazione australiano e ho scoperto qualche novità in materia visti che vi riporto in “estrema sintesi”. Avete un’ora di tempo? 😀
C’è una cosina che secondo me è una figata e si chiama “SkillSelect”. E’ un sistema online che permette a lavoratori qualificati interessati a emigrare in Australia, di di candidarsi per uno skilled visa tramite the Expression of Interest (EOI). In questo modo, datori di lavoro australiani posso trovare tramite questa lista persone qualificate da far emigrare in Australia per lavorare o magari le vostre qualità sono così fighe che sarà lo stesso governo australiano a invitarvi a proporre la vostra candidatura! Continua a leggere →
Qualche giorno fa ho ricevuto un’email interessante. Ne ricevo molte a dire il vero da ragazzi che vogliono partire e mi chiedono consigli, da chi è già partito e mi racconta come sta andando, da chi è tornato e mi spiega il perché. E’ bello ricevere tutte queste e-mails. Perché io mi ritrovo in ognuna di esse. Nelle descrizioni, negli stati d’animo di chi è partito o tornato, nei dubbi (tanti) che vengono sollevati e nelle certezze (poche, ma buone :-)) che tutti quelli che hanno compiuto un’esperienza come la mia hanno acquisito.
Una di queste e-mail ha messo in luce un aspetto su cui forse non ho mai riflettuto abbastanza. Lo faccio adesso.
Giuseppe, il ragazzo che mi ha scritto, è laureato in ingegneria. E’ in Australia alla ricerca della felicità, come lo sono stata io e lo sono quelli che si trovano laggiù adesso.
Giuseppe fa il pizzaiolo per mantenersi DownUnder e si domanda, come tutti, se questo sforzo valga la pena. Se vivere in un paese diverso dal nostro può valere la pena di lavorare per un periodo in un ambito diverso, facendo cose completamente diverse, distanti anni luce rispetto a quello che si ha studiato e sognato per anni.
Quando la mia amica Maha, la mia collega con cui ho avuto il piacere di lavorare al Casino di Sydney mi ha risposto così, non ci potevo credere.
Ci siamo beccate per caso su Facebook. Solite formalità, come stai, che fai…..come va al lavoro? Sei sempre al casinò?
E lei:”Tutto bene, si sempre al casinò!”. Seguito da cinque faccette sorridenti
E io le faccio: “E come stanno tutti gli altri? Dai racconta!”.
Dovete sapere che quel posto gronda gossip da tutte le parti, spettegolare sui colleghi e capi tra un tavolo e un altro è il principale passatempo perchè parlare con i clienti è quasi impossibile: sono praticamente tutti asiatici e quasi nessuno spiccica una parola di inglese decente. Io non sono mai stata una gossipara, pensate che leggo i vari Novella Settemila, Falso, Grazie e simili solo al mare, o sul treno o sul c…. E devo dire che è solo in questo ultimo posto che trovo la lettura di simili giornali molto “stimolante”… 😀
Ma al Casinò di Sydney sono diventata una comare pazzesca. Mi facevo paura da sola. Io andavo al lavoro con il pensiero: chissà che ha fatto quello, chissà che ha fatto quell’altro….chissà se il cuoco si fila la cameriera..o la cameriera si fila il cuoco..o proprio non se cagano…..chissà…chissà….chissà…à…..à….à….
La Maha, la mia collega dello Sri Lanka, è una donna dolcissima e tenera, un biscottone dalle sembianze femminili, con quei capelli sempre arruffati che lei sistema con una coda a batuffolo, gli occhiali e il rossetto rosa che non manca mai dalle sue labbra sempre sorridenti. Con lei le ore volavano, era una risata continua. Un ciattellare continuo di tizio, tizia, caio e caia a tutto andare…sono diventata una ciattella grazie a lei. Grande Maha!
Allora, tutta presa dalla foga gossipara che la Maha mi trasmette anche a migliaia di chilometri di distanza, le chiedo:
“La Perlina vi bacchetta sempre?”
Maha, tutta gioiosa, mi risponde: “No, she got the sack”. L’hanno licenziata.
Nooooooo……Hanno saccato la Perlina!!! (mia traduzione personale dall’inglese….non fateci caso…)
Stasera ho voglia di affrontare un argomento di cui in realtà ho già parlato diverse volte, ma sempre sfiorandolo, e mai affrontandolo in faccia, seriamente, senza tanti giri di parole.
Non sono nel mio paesino della riviera ligure stasera. Sono in un altro posto. Sempre in Italia, ma lontano da casa. Sarà solo per tre giorni, e saranno tre giorni importanti che potrebbero decidere del mio destino professionale.
Ma io non voglio parlarvi di questo.
Ho preso il treno per venire nella città in cui mi trovo adesso. E mentre viaggiavo, mentre la mia mente vagava tra il romanzo comprato all’ultimo minuto prima di salire in carrozza e il paesaggio attraversato dalla Freccia Bianca (ho scoperto dell’esistenza di questo treno solo oggi…poi devo provare quella Rossa che mi dicono essere una gran figata…) dicevo, mentre ero persa nei miei pensieri, se n’è insinuato uno ancora più grande, distogliendo completamente la mia attenzione.
Mi è tornata in mente l’immagine di mia madre che mi salutava dal binario.
Mi aveva accompagnato alla stazione.
Sarebbe stato solo un viaggio di tre giorni, ma lei si comportava come se non dovessi più tornare.
Mi guardava, mi accarezzava il faccino e mi ripeteva di chiamarla una volta arrivata a destinazione.
E mi tirava le battute, in stile: “Ma come, sei appena tornata e già riparti?”. Poi rideva e mi accarezzava la testa, come per sottolineare che stava solo scherzando.
Si può mentire con le parole, ma gli sguardi tradiscono le emozioni. Sempre. E mia madre non fa eccezione alla regola. Continua a leggere →
Io sono ancora senza parole. E infatti non parlo, scrivo. 😀
Questa ve la devo proprio raccontare…
Riguarda il mio amato Iphone e il servizio clienti australiano.
Già il servizio clienti australiano….qualcosa che fino ad oggi mi era sconosciuto. L’Australia è un grande paese, gli australiani sono gentili (in genere) ma se andate in un negozio o al ristorante non aspettatevi grandi cose in termini di assistenza alla clientela. E’ un concetto strano qui in Australia. Voglio dire, se hai bisogno ti danno una mano, ma è tutto molto easy, come la loro filosofia di vita….e quindi al ristorante ti vedi il cameriere ( di solito giovane, di solito non australiano, di solito con poca esperienza) che non capisce all prima l’ordine, arriva con calma a prendere l’ordinazione e si dimentica di versarti l’acqua anche dopo averglielo chiesto dieci volte….ma poi sorridono tutti, sono tutti carini e alla fine non ce la fai a incazzarti…. Continua a leggere →
Gli australiani sono forti. Sono talmente naturali, semplici, terra terra che anche se fanno cazzate e ti rovinano la giornata, qualcosa per cui in Italia ti andrebbe il sangue al cervello, la bava alla bocca, gli occhi all’indietro, roba che Linda Blair nell’Esorcista era una principiante,..bhe ecco se succede in Australia non riesci a incazzarti.
Ci provi, ma poi lasci perdere.
Perchè davvero, credetemi, non lo fanno apposta. Sono fatti così.
Vivono costantemente nel mondo delle meraviglie. Il mondo vero non lo conoscono.
Allora. Succede che io e il mio fratellino (che si è preso due aerei e fatto il giro del mondo in 22 ore per venirmi a trovare in Australia e ripartire dopo una settimana) una bella mattina di circa una settimana fa ci alziamo, facciamo colazione e poi insieme esclamiamo in stile Hansel e Gretel: “Ma perchè non andiamo allo zoo a vedere l’ornitorinco? SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” Continua a leggere →
Era il 17 giugno 2009. Quasi un anno fa porca miseria. Dire che il tempo è volato non rende l’idea….mi viene da pensare che il tempo si sia come fermato. Congelato.
Una piovosa mattina di giugno sono arrivata, sola, in un continente nuovo, senza conoscere praticamente nessuno. Mille interrogativi in testa. Nessuna certezza.
Ma una voglia infinita di spaccare il mondo, come si dice. Di farcela.
E a quasi un anno dal mio sbarco in terra australiana posso dire di avercela fatta. Continua a leggere →
Questo post avrei potuto scriverlo fin dalla prima settimana dal mio arrivo a Sydney…
E’ un fenomeno che mi ha sempre incuriosito, stupito, amareggiato e in qualche modo, deluso.
Perchè a me, tutto sommato, gli australiani piacciono. Sono brave persone, credetemi. Semplici fino all’inverosimile, per certi versi ingenui come bambini.
Vivono nel paese delle meraviglie, il magico mondo di Oz, dove c’è sicurezza, dove puoi far uscire i tuoi figli alla sera o lasciare la porta aperta (non ovunque eh, ma si può ancora fare nella maggior parte delle zone) dove la notizia principale nei telegiornali è il tono arrogante del premier Kevin Rudd o un cagnolino intrappolato in una caverna con poche speranza di essere salvato (oddio ultimamente ci sono stati diversi omicidi, ma è un’eccezione).
Insomma qui è quasi un paradiso. Per questo non capisco.
Avete ragione, manco da quasi due mesi….ma sono stati due mesi come dire, difficili.
Ho dovuto sbattermi a cercare lavoro, alla fine ho trovato un impiego in un ristorante molto carino a Double Bay, quartiere sciccoso di Sydney e devo dire che sono contenta…
L’incubo non è stato trovare un lavoro…ma trovare una casa… Continua a leggere →
Wowowow direste voi eh, laggiù in Europa a morirve de freddo…
si wow….wow l’idea è allettante cavolo, in bikini in spiaggia ad augurarsi merry christmas con i piedi nell’acqua e il cappellino rosso….mentre dall’altra parte dell’emisfero la gente si tira balle di neve, si ripara nei localini a bere cioccolata calda mentre noi andiamo avanti di margarita e ghiaccio a volontà….
Figata vero?
Sapete che vi dico? Boh….o come direbbe Homer Simpson, D’oh!
E’ che uno ci deve essere per capire.
L’idea è accattivante, però è allo stesso tempo sconvolgente.
E’ un attimo: ti guardi in giro, sudi, hai caldo, vorresti andare al mare, prendi le tue cose, sali sul bus, speri di arrivare alla spiaggia, pensi all’agosto tutti al mare a mostrare le chiappe chiare, pensi ai ghiaccioli, alle grigliate, al ferragosto e poi d’un tratto buuummm…ti si piazza un albero di natale alto 15 metri davanti! Con tanto di palline colorate e neve finta sui rami!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
No dico, per me è un trauma.
Sto vivendo questa scena quasi tutti i giorni, da due settimane, qui a Sydney. La gente compra addobbi e regali in t-shirt, pantaloncini e infradito, quando i miei ricordi vanno alle scampagnate con i miei a Milan
o, dicembre inoltrato, freddo paura, tutti imbacuccati a cercare regali in corso Buenos Aires…e mi sento un po’ confusa
Voi mi direte: meglio fare shopping in pantaloncini che infagottato, no?
Certo certo. Però non lo so…..d’oh!!!
La domanda è: come deve essere il Natale? Voglio dire, qual’è l’altmosfera migliore? Forse per me è strano perchè sono cresciuta in un posto dove a dicembre fa freddo e ad agosto fa caldo…dove a Natale ti capita piure che nevica nel paesino in campagna dove sei cresciuto, letteralmente in culo ai lupi ma stupendo sotto le feste natalizie. Mi ricordo ancora le mattine di idcembre, il paesaggio tutto ghiacciato…sembrava una cartolina…
Qui poi non si sprecano con gli addobbi: qualche albero di natale qua e là, (quello in Queen Victoria Building è qualcosa di spettacolare lo devo ammettere, attraversa tutti i 4 livelli del palazzo, un alberone unico tempestato di 15,000 cristalli Swarovski , 40,000 luci, 3,700 rami ) qualche stellina ma niente più.
Fortunatamente ci sono i fantasisti, come l’autista del 501 che si è tinto i capelli rosso natalizio, ha messo un alberello vicino al volante e ha tempestato il bus con i disegni dei bambini che frequentano quella linea (idea geniale…ma farlo in Italia no? Quel bus da solo ha messo un’allegria nel quartiere impagabile) ma per il resto il natale qui si sente poco.
Già io per il caldo non lo sento, poi manco gli addobbi mi mettono, ma come si fa? 😦
E ora mi ritrovo catapultata a Sydney, con temperature dicembrine che sfiorano i 30 gradi con punte di 40 a cantare jingle bells, jingles bells, jingle all the way…ma poi mi fermo lì perchè la canzoncina fa così:
Ma quale snow porca miseria!!
Qui mi faccio il natale a barbecue e birrozzo freddo!!! Tristezza!!!!!