Sydney (Hic!) Opera House
Questo post avrei potuto scriverlo fin dalla prima settimana dal mio arrivo a Sydney…
E’ un fenomeno che mi ha sempre incuriosito, stupito, amareggiato e in qualche modo, deluso.
Perchè a me, tutto sommato, gli australiani piacciono. Sono brave persone, credetemi. Semplici fino all’inverosimile, per certi versi ingenui come bambini.
Vivono nel paese delle meraviglie, il magico mondo di Oz, dove c’è sicurezza, dove puoi far uscire i tuoi figli alla sera o lasciare la porta aperta (non ovunque eh, ma si può ancora fare nella maggior parte delle zone) dove la notizia principale nei telegiornali è il tono arrogante del premier Kevin Rudd o un cagnolino intrappolato in una caverna con poche speranza di essere salvato (oddio ultimamente ci sono stati diversi omicidi, ma è un’eccezione).
Insomma qui è quasi un paradiso. Per questo non capisco.
Non capisco perchè gli australiani si fanno così male.
Non capisco perchè appena arriva il week end il pensiero principale va ai minimo cinque boccali di birra a sera o minimo una bottiglia di vino o vodka a testa…minimo perchè se dopo questa quantità di alcol ancora stanno in piedi non va bene, devono bere fino a cadere per terra, altrimenti non c’è gusto….
😦
Perchè???

Donna ubriaca durante la Melbourne Cup...è letteralmente svenuta
A quasi un anno dal mio “sbarco” in Australia ancora me lo chiedo e lo chiedo ai miei amici Aussie…
Mi guardano attoniti, come se stessi chiedendo un’ovvietà, tipo “Perchè ti vesti per uscire di casa?”.
Si perchè per loro è ASSOLUTAMENTE NORMALE. Fa parte della “cultura” anglosassone.
Gli inglesi bevono, quindi anche gli australiani bevono.
Gli americani erano fino a poco tempo fa la popolazione con la più alta percentuale di obesi al mondo. Recenti notizie mi confermano che gli australiani li hanno superati.
Ho come l’impressione che gli Aussie, la cui nazione è la più giovane sul pianeta, stiano cercando di costruirsi una personalità emulando abitudini e costumi (buoni e cattivi) delle culture che a loro sembrano più famigliari.
Quella del bere è la principale, ma non la sola. Nei prossimi post vi parlo della televisione australiana….
Perchè io posso capire che bere è bello, anche a me piace. In compagnia soprattutto. E’ bello essere un po’ alticci, ammettiamolo. Siamo più rilassati, spariamo cazzate senza sentirci in colpa per questo, ci proviamo con l’altro sesso senza remore e anzi ci ridiamo sopra se becchiamo il due di picche (che accade regolarmente, è difficile beccare quando sei pieno come un cammello, onestamente…).

Ragazzo svenuto per la sbronza...gli amici hanno voluto riderci sopra circondandolo con le bottiglie vuote...
Ma c’è un limite. Uno a un certo punto smette. Ci può stare la serata, ogni tanto tanto tanto, in cui finisci a terra perchè hai esagerato e non lo fai più la prossima volta ( e si spera per un bel po’ di tempo).
Ma qui ragazzi, credetemi, è la regola. Qui bevono fino a perdere l’equilibrio. Mentale e fisico.
Una delle zone più frequentate sono i dintorni dell’Opera House, quartiere chiamato Circular Quay, poi c’è George Street (arteria principale della city che collega il centro con l’Opera) e the Rocks, storico sobborgo alle spalle di Circular Quay e parte terminale di George Street.
E a farsi del male sono soprattutto le ragazze giovani. Le vedi al venerdì sera, verso le sei del pomeriggio, tutte carine, con vestititi luccicanti, tacchi vertiginosi, borsette inesistenti (tipo che ci può stare giusto il rossetto niente di più).
Le rivedi dopo tre ore già mezze andate, trucco sfatto, senza scarpe perchè non riescono a camminare su quei trampoli (già è difficile camminarci da sobrie). Molte si accascianoa i margini della strada e urlano.
E questo è il loro passatempo preferito.
E poi ci sono le suits, come le chiamano qui. Quelli che indossano giacca e cravatta. I banchieri (gli accountants) o gli avvocati ( i solicitors).
Questi sono dei fenomeni.
Allora, a sentirli parlare, lavorano solo loro e hanno tanta pressione sul lavoro.
Orario: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 5. Poverini.
Salario: tra i 40 mila e i 150 mila dollari annui in media. Che pena piccini….
Sono così stanchi che appena arriva il venerdì non vanno neanche a casa a farsi una doccia per poi uscire con calma. No. Si lanciano nel primo pub disponibile e finiscono la serata a ubriacarsi e a provarci con le ragazze (quando sono ubriachi, da sobri no ci mancherebbe, non sia mai che davvero trovano la ragazza giusta, nooo).
Le quali ragazze vanno apposta in questi locali pieni di “suits” con i soldi per trovare l’uomo giusto.
Ma è divertente guardare come provano a provarci. E’ come un dialogo tra sordi. Sono entrambi talmente pieni di alcol che a malapena riescono a parlare. Nessuno davvero capisce quello che l’altro sta dicendo. Lei butta la testa all’indietro stile Carrà e lui ride stile Massimo Giletti ( ma ubriaco, provate a immaginare).
E continuano a bere perchè in realtà hanno ben poco da dirsi. Se non bevessero probabilmente non avrebbero neppure il coraggio di parlarsi.
E mi dicono che è la cultura. Ma quale cultura può importi di farti così del male?
Il mio flatmate mi racconta che in alcune banche, se vuoi fare carriera, devi uscire tutte le sera, dopo il lavoro, a bere con colleghi e boss. Alcuni non ce l’hanno fatta e hanno dato le dimissioni.
Perchè bere, mi racconta il mio flatmate, è uno status sociale. Lo devi fare per essere accettato, per far parte del gruppo e farti degli amici. Se non bevi sei considerato un outsider.
Io sono un outsider. E fiera di esserlo.
L’Italia avrà tanti problemi, i nostri giovani bevono e non dico il contrario. Ma non ci facciamo così male. La nostra cultura è diversa. La nostra cultura ci protegge, ci vuole bene.
Viva l’Italia. E gli italiani.
La Maga
Cosi sia….speriamo bene(i dati che emergono dalle ultime indagini non sono confortanti,sembra che il livello di età in cui si inizia a bere si stia abbassando sempre di più.)
Divertente la scena del bar…
I tuoi racconti come sempre simpatici e travolgenti..ciao Maga
alla prossima
ciao cara…mi sono imbattuta nel tuo blog per caso…diciamo…il mio amico – pseudoragazzo…è partito da 5 mesi per sidney,primi quattro mesi una favola…skipe,msn,facebok….poi piano piano i primi segni di cedimento…io che non lo cerco …lui che nn mi cerca…io mi faccio le mie storie…lo chiamo glielo dico…(io 24 anni…lui 28…)mi sono sentita anche una stronzetta che allegramente mi stavo divertendo in italia…e vabe…vagando su face trovo una foto “molto “compromettente de lui…ahahha ma se può…ormai co qst face manco a 10 meridiani de distanza ognuno se può fa più i cavoli propri…vabe ma la cosa strana che lui continua a negare…fino a ieri…che mi ha mandato un msg in cui mi ha scritto…non vedo luce per noi…???? buongiorno ho pensato io… ed ha aggiunto…io vojo restare qui!!!
Ma davverò può l’australia cosi magicamente cancellare tutto…non parlo solo di me…ma i suoi cari,la famiglia…vorrebbe restare una vita li…ma?
Anche a te è venuta voglia???
Ciao carissima….ebbene devo dirti che si, la voglia è venuta anche a me! Lo chiamo mal d’Australia, come il mal d’Africa, una volta che ci vai sogni di ritornarci il più presto possibile e per più tempo possibile!
Non so se voglio stare tutta la vita ma di certo un anno non mi basta….c’è qualcosa di magnetico che mi tiene ferma in questo posto e anche se la mia famiglia mi manca, anche se sono sola per la maggior parte del tempo… beh nonostante questo io sto troppo bene qui e il mio paese, onestamente (a parte i mie cari) non mi manca per nulla.
Detto questo, il tuo ex tipo è comunque uno stronzo. Australia o meno, non ci si comporta così. Non si cancellano le persone. O perlomeno l’Australia o chicchessia non può farlo. Solo il nostro cuore ha questo potere.
Ma visto che hai 24 anni perchè non provi l’esperienza Down Under???
Girate finché potete ragazzi, l’italia non scappa non vi preoccupate…
Bacioni carissima
Ciao Maga,
ti scrivo in quanto pensavo esattamente la stessa cosa e ho provato le stesse emozioni che descrivi sia quando ho visitato e girato l’Australia 15 anni fa per circa un mese con il mio ex italiano, sia quando mi sono poi trasferita definitivamente a New York 12 anni fa. Penso che quello che tu esprimi sia comune a tutti coloro che si sentono degli “outsider” in Italia. Non importa che sia la terra oceanica o americana, basta essere al di fuori della tua dimensione culturale. La stessa cosa in dimensioni ridotte l’ho provata anche durante un soggiorno di 6 mesi a Parigi (a parte che odiavo talmente il tempo che non ci sarei rimasta 1 giorno in piu’)…ma la provi comunque sempre quando sei al di fuori di quella oppressione italiana che si riflette negli italiani e i loro luoghi comuni e stereotipismi, la loro visuale ridotta e rindondante, le stesse ambizioni cognitive e poi per non parlare dei favoritismi e corruzione che fanno parte del parlare quotidiano di un italiano chiunque…:”guarda vieni a mangiare da me stasera che ti faccio conoscere un tipo che ti puo’ aiutare a fare questo, questo e l’altro” …..ma perche’? Perche’ uno non puo’ andare direttamente all’ufficio del tipo e dire di cosa ha bisogno? Perche’ e’ parte della nostra cultura, una cultura dove la mafia ha instaurato uno scambio dare-avere. Vivere al di fuori fa capire mostruosamente di piu’ le nostre pecche e ahime’ i motivi per cui molti italiani “outsider” riescono a uscire facendosi strada da soli a suon di scuole, meriti e sacrifici al lavoro. Purtroppo credo dopo 12 anni che se scegli la vita da “outsider” rimarrai tale in eterno pur rientrando nella tua terra, se mai avrai il coraggio di rientrare! Saluti e in boccal al lupo alla Maga.
ciao ragazzi, torno da un viaggio bellissimo fatto a sidney… che dire? si tratta di una città magica… mi piacerebbe ritornarci per + di un mesetto per approfondire l’inglese e farmi qualche esperienza lavorativa presso qualche mega studio legale …. io sono un giovane avvocato, in italia la gavetta è durissima però mi vorrei specializzare in diritto internazionale… secondo voi è difficile???? mi piacerebbe sapere se c’è tale possibiltààààà’??? saluti a tutti gli italiani che si trovanoo nella stupenda sidneyyyy
Ciao Loredana… anche tu fai parte del club degli innamorati di Sydney? 😀
Non ho ben capito la tua domanda: vorresti studiare diritto internazionale in Australia o lavorare presso uno studio specializzato in diritto internazionale?
Ciao!