A caccia dell’ornitorinco….

Gli australiani sono forti. Sono talmente naturali, semplici, terra terra che anche se fanno cazzate e ti rovinano la giornata, qualcosa per cui in Italia ti andrebbe il sangue al cervello, la bava alla bocca, gli occhi all’indietro, roba che Linda Blair nell’Esorcista era una principiante,..bhe ecco se succede in Australia non riesci a incazzarti.

Ci provi, ma poi lasci perdere.

Perchè davvero, credetemi, non lo fanno apposta. Sono fatti così.

Vivono costantemente nel mondo delle meraviglie. Il mondo vero non lo conoscono.

Allora. Succede che io e il mio fratellino (che si è preso due aerei e fatto il giro del mondo in 22 ore per venirmi a trovare in Australia e ripartire dopo una settimana) una bella mattina di circa una settimana fa ci alziamo, facciamo colazione e poi insieme esclamiamo in stile Hansel e Gretel: “Ma perchè non andiamo allo zoo a vedere l’ornitorinco? SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII”

Per chi non lo sapesse, l’ornitorinco è un animale speciale. Il mammifero più affascinante del pianeta per mio fratello, qualcosa di incomprensibile per me.

Il corpo è ricoperto di pelo, le zampe sono palmate e il muso sfoggia un bel becco d’anatra. Depone le uova, ma allatta i suoi piccoli, quindi è un mammifero. I maschietti nascondono uno sperone nelle zampe posteriori dal quale fuoriesce un liquido molto velenoso, ma non fatale per l’uomo. Però fa un male boia quindi non provate a farvi pizzicare per piacere.

Come detto, è un animale strano e si trova solo in Australia e in Tasmania.

Vedere l’ornitorinco è un must per chi viene Down Under.

E allora mi sono detta, vai ne approfitto, c’è mio fratello, andiamo  a vedere questa bestiola.

Allora a Sydney ci sono due opzioni per vedere gli animaletti strani che popolano questo paese.

Si può andare al Sydney Aquarium o al Wildlife in Darling Harbour.

Oppure al Taronga zoo.

Entrambi sono da visitare. Bellissimi, davvero. Meritano ogni singolo centesimo.

Ma bisogna avere pazienza. Tanta pazienza.

Quella famosa mattina Hansel e Gretel decidono di puntare su Darling Harbour, è più vicino e c’è una bella vasca tutta per l’ornitorinco.

Arriviamo dopo il tramonto. L’acquario è aperto tutti i giorni fino alle dieci di sera. E paghi uguale, a qualsiasi ora del giorno.

Ora io posso capire che alle volte è difficile vedere gli animali, soprattutto quelli molto piccoli come certi tipi di rettili o insetti. Ma l’ornitorinco misura 60 cm…non è proprio piccolissimo.

Faccio questa premessa perchè io e Hansel abbiamo passato un’ora e dico un’ora per vedere l’animaletto strano.

Niente. Il platypus, come lo chiamano qui, non ne voleva sapere di farsi vedere. E dire che in quella bella vasca, dove nuotavano pure altri pesciolini e gamberetti giusto per fare  controfigura , di ornitorinchi (ma che nome è??) ce n’erano ben due.

Sissignori, due. Neanche uno si è fatto vedere.

Io e mio fratello sembravamo due perfetti idioti. Abbiamo squadrato tutta la vasca, controllato con la luce del telefonino sotto ogni tronco, sbirciato dietro a ogni foglia. NIENTE!!!

La gente era più incuriosita da noi che dai pesci.

Alla fine ci siamo arresi. Ma mio fratello era nero e pure se non parlava bene inglese si è diretto verso il bancone informazioni con un piglio di uno che ora te ne dice troppe, in una lingua tra l’italiano, il genovese e l’inglese, ma te le dice.

Io, la sorella, ho cercato di anticiparlo prima che facesse una strage e mi sono diretta verso l’unico essere umano presente all’acquario, una ragazza  che di animali ne avrà saputo tanto quanto ne so io di calcio. Una mazza.

Sono arrivata a questa conclusione dopo la sua risposta. Le ho chiesto: “Mi scusi, siamo qui da un’ora e dell’ornitorinco non c’è traccia, c’è speranza di vederlo?”

Mio fratello avrebbe voluto chiederle se per caso si erano dimenticati di metterlo nella vasca. Ve l’ho detto, era proprio incazzato.

La ragazza mi ha guardato stupita e mi poi mi ha detto, secca e serafica: “Non si fanno vedere perchè sono timidi, quando c’è tanta gente preferiscono stare nascosti. Ma se venite domattina avete forse più chances di vederli. Di mattina si muovono più volentieri”.

Ve la immaginate la faccia di Hansen e Gretel? No, non eravamo più i due fratelli tedeschi ( il cui nome per alcune traduzioni italiane è stato spesso tradotto come Nino e Rita…spettacolo)…no eravamo Bonnie e Clyde.

Ora, io non me ne intendo, ma gli animali sono timidi? O magari temono semplicemnte l’uomo come madre Natura comanda? Come si fa a rispondere così?

Mio fratello era senza parole. Io pure. Tra l’altro, se tu informi i clienti della presenza di un ornitorinco devi essere in grado di mostrarlo, altrimenti mi dai i soldi indietro. Che scusa è “Sono timidi”?

Ma lei era tanto convinta che non me la sono sentita di arrabbiarmi. Ve l’ho detto, sono talmente semplici che non ce la fai. Non sono cattivi.

E infatti, dopo poco lei stessa ci ha offerto lapossibilità di entrare, gratis,  la mattina dopo per vedere il nostro amichetto.

Ce ne andiamo sorridenti, di nuovo Hansel e Gretel.

E il giorno dopo ci siamo presentati di buon mattino. C’era più gente rispetto la sera precedente. Molti erano davanti alla fatidica vasca.

E visto che gli ornitorinchi sono timidi, neppure stavolta si sono fatti vedere.

Siamo usciti dall’acquario senza dire una parola. Io ero nera, mio fratello ama questo animale e dire che si è fatto il giro del mondo solo per vederlo non è un’esagerazione. Credetemi.

Allora ho pensato a come poter farglielo vedere. Ed è arrivata l’illuminazione. Il Taronga zoo.

Per arrivarci occorre prendere il traghetto da Darling Harbour o Circular Quay.

Abbiamo deciso di partire da Darling Harbour con una linea che però effettua il trasporto solo ogni ora e ci mette un’ora per arrivare a destinazione. Ovviamente abbiamo perso per un soffio il traghetto dell’una.

Siamo saliti su quello delle due e siamo arrivati alle tre del pomeriggio dopo aver girato la baia di Sydney in compagnia della voce soporifera del capitano….lo zoo dista solo dieci minuti dal porto, ma noi siamo stati fortunati e abbiamo beccato l’unica linea che gira tutta la baia prima di arrivare all’ultima stazione, lo zoo. 😦

Avevamo due ore di tempo per girare questo parco immenso e stupendo. Una cosa fantastica. C’è un’area dedicata agli elefanti, dove si può vedere un elefantino uguale uguale a Dumbo….

Ma noi Dumbo, che in realtà si chiama Pathi Harn, non lo abbiamo visto.

Per colpa di un’altra australiana, anche lei stralunata.

Appena scesi dal traghetto, ancora assonnati dopo il tour allucinante della baia di Sydney, abbiamo corso verso l’uscita del molo.

Qui una presenza sinistra dall’aspetto femminile accoglieva i nuovi arrivati e li indirizzava verso l’entrata dello zoo.

Una pazza.

Bionda, alta, mantello verde, faccia pallida.

Ci ha chiesto se eravamo qui per lo zoo. No, sono scesa alla fermata Taronga Zoo, dove c’è solo lo zoo, solo per vedere te e tornare indietro. Ma porca…

Vabbè, io le ho risposto di si e lei ci ha indicato la direzione per entrare nel parco: “Seguite questo sentiero, arrivate alle scale e ci siete”.

Allora. Di fronte a noi, alle spalle della pazza, potevo vedere chiaramente l’entrata della funivia che ci avrebbe condotto al parco. Bastava fare pochi metri e saremmo arrivati.

Essendo la prima volta per noi e per tutti quei disgraziati che hanno incontrato questa tipa quel giorno, abbiamo pensato che forse l’entrata era un’altra. Perchè il sentiero indicato dalla signora portava in ben altra direzione.

Lei indicava la strada alla sua destra e questa conduceva davvero in un sentiero. Noi e altri turisti ci siamo incamminati, fiduciosi.

Non si vedeva la fine, non c’era niente se non vegetazione. Abbiamo camminato senza meta per mezzora. Poi, in preda al dubbio e all’incazzamento crescente, abbiamo deciso di tornare indietro.

Lei era ancora lì impalata. Io le ho urlato di tutto, in stile italiano, ma dopo poche battute e vedendo la sua faccia a disagio, ho lasciato perdere. Erano le quattro e l’ornitorinco per mio fratello era più importante.

Ma gli altri turisti non gliel’hanno perdonata.

Mentre salivamo sulla funivia, potevo vedere il gruppetto di persone che inveiva contro quella poveretta.

Alle 4 e dieci abbiamo varcato i cancelli, la vasca dell’ornitorinco distava pochi metri. C’erano decine di animali stupendi da vedere, c’era Dumbo che ci aspettava, ma era tardi. E faceva un freddo pazzesco.

C’è tempo solo per il platypus.

Siamo arrivati poco dopo davanti all’acquario. C’eravamo solo noi e una coppia di mezza età.

E’ apparso dopo pochi secondi. Nuotava velocissimo ma si notava benissimo in quelle acque così limpide e pulite. Mio fratello era in estasi, fotografava senza sosta, anche se era vietato.

Lo zoo stava chiudendo, abbiamo preso l’ultima funivia per ritornare al traghetto.

Durante la discesa, dal vetro ho scorto il gruppetto di prima che, non contento di aver chiesto spiegazioni alla pazza, si era pure recato  in direzione a protestare.

Erano australiani.

Persone semplici, corrette e rispettose. E pretendono queste qualità dagli altri.

Se li prendi in giro si incazzano tanto. E quel giorno erano davvero furibondi…

Io sono italiana. Dimentico facilmente a meno che davvero non mi interessa.

E a me, quel giorno, interessava solo fare felice mio fratello. La pazza l’ho lasciata agli australiani. 😀

8 thoughts on “A caccia dell’ornitorinco….

  1. Grande il Platypus, noi lo abbiamo visto all’acquario di Sidney ma, come voi, abbiamo avuto il dubbio che ci stessero prendendo per i fondelli.
    La vasca sembrava vuota… nessun animaletto curioso a sguazzaci dentro.
    Quando eravamo praticamente convinti che si trattasse di una frode… è spuntato.
    Ha fatto un giretto sul fondo, frugando con il becco (che mi pare sia “morbido” e non coriaceo come quello di una papera) tra la sabbia del fondale.
    L’ho fotografato anche io… ero stupefatto. Ne ho sempre sentito parlare, l’avevo visto in mille documentari ma dal vivo. Che meraviglia.
    Ho solo il dispiacere di aver contribuito, con il mio biglietto, a giustificare la sua presenza nella vasca, in cattività.
    A volte penso sia meglio non vederli ma saperli liberi.
    andrea

  2. e jehovah disse: “Sia fatto l’ornitorinco”. Ma era soprapensiero per certi traffici bancari della finanza dei suoi prediletti, e l’ornitorinco gli riuscì male. Fece qualcosa, ma non capì se un mammifero, un uccello o che altro. Dopo l’effetah l’animale fu, si vide, si spaventò e per non imbarazzare il creatore fu “timido”.
    kiriosomega

  3. Pingback: Grazie ragazzi!!!!! « La maga di Oz

  4. Ciao, che figo questo sito (blog??)
    Ti leggerò più spesso…ho inaugurato ieri una mostra sull’Australia, paese che amo moltissimo in cui ho vissuto un anno, a Perth!
    La mostra è il mio diario di viaggio e contiene una marea di storielle, scritte non bene come le tue..perchè io in realtà me la cavo meglio con i disegni.
    Se hai una mail ti mando l’invito…non perchè da Sydne tu venga a vederla, solo perchè mi farebbe piacere mostrarti i disegni!!
    Cosa fai a Sydney?
    C’è scritto sul sito vero?? Ora lo cerco…sono finita su questa pagina perchè guardavo animali strani: il 12 giugno tengo un laboratorio di disegno per bambini in cui construiremo giganteschi emu, coccodrilli e canguri..
    Grazie per questa storia e per questo spettacolare disegno!
    Valentina

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