Agli italiani importa degli italiani?

Fino a poco tempo fa l’unica fuga dei giovani di cui sentivamo parlare era quella dei cervelli. La cosa mi ha sempre fatto un po’ sorridere, pensando a chi invece emigrava senza una laurea, solo per provare a vivere in un altro posto e che non ricadeva in questa categoria perchè…non aveva una laurea. Ma non era un cervello anche quello? Quante persone in gamba conoscete di valore e assoluta intelligenza con un semplice diploma o licenza media? Io molte. Ed è un vero peccato vederle andare via.

Ma non è di questo che voglio parlare.

Parlo dell’acqua calda in fondo, niente di sorprendente. Siamo passati dalle fughe di chi sperava di poter spendere in modo migliore e più redditizio la propria laurea (i cervelli) alle fughe dei giovani, laureati o meno che vogliono provare a vivere altrove per cercare un futuro che a quanto pare l’italia non vuole dar loro fino ad arrivare alle famiglie, così disperate da volere prendere marmocchi e valigie e andare il più lontano possibile da qui, non importa se in gioco c’è praticamente tutto.  E arriviamo poi ai pensionati, che qui con mille euro fanno la fame mentre in posti come la Canarie o il SudEst asiatico vivono alla grande e, quindi, via di corsa da questo paese! Continua a leggere

Forse la causa della crisi siamo noi?

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Da qualche tempo ho iniziato a riflettere su una cosa. Qualcosa che forse per voi è già ovvia, io ci ho messo forse un po’ di più ad arrivarci.

Ho pensato: e se la crisi che viviamo oggi, se questo maledetto periodo che forse tanto maledetto non è, fosse colpa nostra?

I nostri genitori, nei nostri panni, come lo avrebbero gestito?

Forse con i risparmi messi da parte sarebbero sopravvissuti alla tempesta, sarebbero ripartiti in qualche modo. Mentre noi, figli del Dio consumismo che da diversi anni anche dalle nostre parti ha raggiunti livelli direi grotteschi, il senso del risparmio non ce l’abbiamo. Ecco qual è il vero problema di oggi. Brava Maga, hai scoperto l’acqua calda! 😀

Riuscite a mettervi da parte due lire voi? Parlo seriamente e mi rivolgo a chi ha un lavoro decente con uno stipendio decente. Chi non ce l’ha mi insulta giustamente. Continua a leggere

Mi è impazzito il bonsai…

A volte  mi domando se per caso inizio a prendermi troppo sul serio. Inizio a pensare di essere vera. Perchè fino ad oggi la mia vita è sempre stata un “”si vabbè ora faccio questo, poi si vedrà, mica è per sempre, mica finisce tutto qui, e mica di qui e mica là”. E a forza di mica mi sono un attimo persa. Io non mi sono davvero mai presa sul serio nella mia vita. Per me è sempre stato tutto un gioco, tutto temporaneo, tutto un “ora va bene e poi dopo vediamo”. Mai mi sono messa a pensare al mio futuro, mai ho immaginato di dover iniziare a piantare qualcosa e vederlo crescere prima di smembrarlo da terra perché come al solito, mi stufavo.  Io ho seminato tanto nella mia vita, ma ho tagliato ogni pianta prima che iniziasse davvero a crescere. Ora so che è il momento di piantare qualcosa e continuare a dargli da bere, veder crescere quel qualcosa e raddizzarlo se diventa storto, un po’ come una pianta di Bonsai che devi potare, sistemare e legare in un certo modo se vuoi che prenda una certa forma.

E io adesso mi sento come il bonsai sul balcone di casa mia. E’ un melo, un regalo di compleanno del mio ragazzo (il regalo l’ho fatto io a lui) questo inverno era rattrapito con qualche sparuta melina rinsecchita che non ne voleva sapere di staccarsi. Oggi è un tripudio di foglie verdi e selvaggie, sparate alla cazzo di cane senza senso, e io non so se è ancora un melo. Per me si sta trasformando. Magari tra un po’ sputa un limone o inizia a parlare. Mi fa paura, cresce ogni giorno e bonsai non dovrebbero crescere! Giusto? Continua a leggere

Vorrei vivere negli anni 60’….

 

Scena del film "I Maniaci" di Lucio Fulci (1964)

La settimana scorsa, la domenica di Pasqua, me ne stavo tranquilla a casa nel mio paesino ligure. Ero in cucina a chiacchierare con mia madre e sentivo ridere a squarciagola mio padre che ne se ne stava chiuso in salotto. Alla terza risata sonora sono scattata dalla sedia per capire cosa stesse succedendo. Sono entrata in salotto, mio padre steso sul divano quasi con le lacrime agli occhi a guardare la televisione, dove veniva trasmesso un film in bianco e nero. Lui non mi ha sentito entrare, io ho fatto in modo che non se ne accorgesse. Ho giusto aperto la porta tanto da vedere cosa avesse scatenato l’ilarità paterna. Era tanto che non lo sentivo ridere così. Sono rimasta a guardare quelle immagini, vedevo attori di altri tempi, sentivo musiche di altri tempi, riconoscevo Walter Chiari, Vianello, la mitica coppia Franco e Ciccio. Ma io quel film non lo avevo mai visto. Sorridevo a quelle scenette da commedia italiana, mentre mio padre per poco non si ammazzava a terra dalle risate.
La commedia si chiamava “I maniaci”. Me lo ha detto dopo, quando mi ha scoperto a sbirciare dalla porta. Si è alzato dal divano, mi ha guardato con quel faccione strasorridente e mi ha detto: “Questo è un capolavoro! Non ne fanno più film così…che spettacolo!”.
Così la mia testa ha cominciato a vagare in quelle stanze in bianco e nero…in quei tempi che appartengono alla generazione dei miei genitori e che io non ho mai vissuto. Io vivo questo tempo, un tempo maledetto, sfigato, grigio, triste, veloce, frenetico e stressante. Un tempo dove film del genere fanno sorridere perché ormai oggi ti aspetti effetti speciali anche in una commedia…

Vorrei anch’io sbellicarmi dalle risate come fa lui davanti a un film in bianco e nero, ridere della vita anche quando questa sembra voglia toglierti tutto, fare le cose con calma come faceva lui e la sua generazione…perché, tanto, che fretta c’è? Continua a leggere

Calmiamoci e partite…

Da quando ho questo blog, ho sempre ricevuto e-mails di persone interessate ad andare in Australia, alcune solo per semplice spirito avventuriero/turistico, altre mosse più dalla voglia di cambiare aria. Mi contattano per avere semplici informazioni, qualche consiglio, qualche opinione. Per alcuni ci vuole solo qualche parola di incoraggiamento per  compiere il passo decisivo, e io mai mi sono sottratta a queste richieste. Negli ultimi mesi però, e in particolare nell’ultimo mese, il tono delle e-mails è leggermente cambiato. E dico leggermente per usare un eufemismo….siamo passati dal semplice: “Mi piacerebbe andare in Australia…hai qualche consiglio da darmi?” a…”Voglio scappare…che chance ho di farcela?”. O_o. Continua a leggere

Non ne posso più…

Dal titolo del post vi sarete già fatti un’idea su quello che leggerete in queste righe.

Penserete che sono stufa dell’Italia, del nostro sistema malato, del marciume del Parlamento e dello schifo che mi viene su ogni volta che vedo i deputati italiani, di ogni ordine colore e grado. Penserete che sono stufa di un paese dove vige la raccomandazione per trovare anche il più semplice dei lavori, dove i salari sono fra i più bassi in Europa, dove l’euro ha causato più povertà che sviluppo, dove gli immigrati entrano quasi indisturbati e dove i più “fighi” della società continuano a essere calciatori e veline, pure se i primi non amano pagare troppe tasse e le seconde fanno rimpiangere i tempi di Drive In, dove le veline perlomeno erano simpatiche e non avevano paura a mostrare qualche rotondità di troppo…

Ecco, penserete che il mio urlo di disperazione sia per tutte queste cose.

E invece no. Vi sbagliate di grosso.  Continua a leggere