Figli del sogno sbagliato
Un mese di pausa e rieccomi con un altro esilarante quesito straccia animo, che uno si domanda: ma te in vacanza non hai altro a cui pensare? No, io penso sempre, pure con i piedi in ammollo…non posso esimermi da massacrarmi il fegato anche in vacanza, che volete farci!
Tra un tuffo e l’altro, tra una granita siciliana e una corsa di 20km per smaltirla…la maga se ne è venuta fuori con un altro pensiero, sollecitato a onor del vero da uno dei vostri commenti.
Mi domando sempre perché i giovani oggi sono o del tutto apatici o del tutto rassegnati, pronti a scappare da questa realtà che sembra la più tragica mai vissuta (chiedete ai nostri avi, direi che siamo stati molto, molto, ma molto peggio che adesso…)…e privi di qualsiasi spirito di iniziativa ( generalizzo, ci sono sempre per fortuna le eccezioni)….e qualcuno se ne salta fuori dicendomi che siamo figli del sogno sbagliato, ecco qual è il problema.
Il sogno del benessere per sempre, del tutto e subito e senza fatica, del consumismo sfrenato alla faccia del resto della Terra e via dicendo. Ed è sbagliato perché un sogno del genere non è ovviamente sostenibile nel tempo e può generare dei mostri. Gli errori sono stati commessi dai nostri genitori e in generali dalle generazioni passate che hanno messo in atto questo sogno. I mostri generati siamo noi.
Incapaci di sognare le cose semplici, come facevano i nostri nonni che sulle macerie della guerra, sul nulla, si sono costruiti un futuro basato su un sogno semplice, ma concreto e sostenibile: avere un posto dove vivere, un lavoro decente e una famiglia con cui stare. E questo negli anni 50′ e 60′ è divenuto possibile….poi è arrivato il boom economico e vuoi mettere la figata di avere una macchina che lava piuttosto che spaccarsi la schiena al lavatoio sotto casa? Vuoi mettere avere la scatola magica in casa e a colori piuttosto che andare al bar di quartiere per vedere la partita?
E così via…fino all’Ipad del 2012. Il sogno si è trasformato da nido+lavoro a comodità a ogni costo, comodità nella casa, nel lavoro, nella vita di tutti i giorni…un sogno che non può essere sostenibile in un mondo popolato da sette miliardi di persone, numero destinato a crescere in maniera più che proporzionale nei prossimi anni…l’economia ha retto fino a un certo punto, poi pur di non rinunciare alle comodità sono arrivati degli strumenti chiamati subprime che hanno fatto un bel casino e alla fine il sistema non ha retto e oggi si sta sgretolando sotto i nostri occhi (ho semplificato un attimino…non parliamo poi degli stati che si indebitano e di unioni monetarie basate su falsi ideali e camuffate da unioni politiche di stati)
Noi siamo quelli rimasti con il cerino in mano.
Per colpa del sogno sbagliato, per colpa del non sapersi accontentare. La pace nel mondo è un bel sogno…..davvero sognano questo i ragazzi di oggi?Qualcuno forse, ma non tutti temo…
Sogniamo la fine della fame nel mondo o speriamo di beccarci un bel lavoro per soddisfare i nostri bisogni e le nostre comodità? Ci basta una casetta e un lavoro semplice, o visto che ci siamo smazzati 5-6 anni di università vorremmo un lavoro all’altezza del titolo di studio?
Come canta Ligabue, vorrei un mondo all’altezza dei sogni che ho…ma quali sono i miei sogni? Quali sono i vostri? Vivere in un paese libero, democratico e meritocratico? Per questo molti di voi scelgono l’Australia…ma siete sicuri che sia all’altezza dei vostri sogni, delle vostre aspettative? In fondo è un paese semplice, fatto di persone semplici…a tratti banali, che possono magari pure stufare nonostante il sistema perfetto e apparentemente meritocratico e dico apparentemente perché se non sei australiano devi farti il mazzo triplo per ottenere quello che ottiene un aussie senza problemi..e se poi sei straniero e hai superato 30 anni è davvero dura fare qualcosa in Australia. Ma questa è un’altra storia.
Insomma, noi siamo i mostri generati da questo sogno sbagliato, siamo figli di un abbaglio, di un miraggio che si pensava potesse durare in eterno e adesso vaghiamo alla ricerca del sogno giusto per noi, del sogno che possiamo realizzare. Ma una volta riusciti nell’intento, ci fermeremo?
Io sono sicura che non mi fermerò mai, che nonostante tutto quello che già ho ed è tanto, sarò sempre alla ricerca di un nuovo sogno, andrò sempre a pescare nel pozzo dei miei desideri, sempre più in fondo, alla ricerca di qualcos’altro. Il mio pozzo è senza fondo. Forse perché nel mio caso ho sempre realizzato i mie sogni a metà…non sono mai arrivata fino in fondo, sono scappata prima o ho fallito nel tragitto. Per colpa mia. Perché sono un mostro nato dal sogno sbagliato. E continuo a sbagliare….
Era meglio che me ne stavo al mare piuttosto che sfornare sto post smeriglia vene….ma tant’è!
La Maga mostruosa
Magaaaaa ma quindi se hai piu di trent anni fai prima a non sognare l Australia perche non troverai niente?? Il mio ragazzo di trent anni ci voleva andare… Che gli consigli???
Di tutto il post ti e’ rimasto solo questo dettaglio????
Anyway….tutto e’ possibile a qualsiasi età ma diciamo che dopo i 30 non puoi avere il working holding VISA e questo e’ un limite…puoi avere lo student VISA ma questo ti impegna a studiare per 20 ore a settimana….e questo e’ un altro limite….insomma non e’ facile nemmeno inserirsi nel mondo del lavoro perché uno a 30 anni in Australia deve essere come minimo manager!
se ha proprio 30 anni spaccati (e non ancora 31!) è meglio che si affretti a chiedere il working holiday prima di compierne 31: fino a 31 non compiuti si ha diritto al working holiday (l’importante è chiederlo in tempo, poi si comunque ha un anno di tempo dal rilascio per entrare in Au) ed è una grande opportunità da non lasciarsi sfuggire…. capito ragazzi?!?
si ragazzi certo potete richiedere il Whv entro i 31 non compiuti e grazie Laura per averlo ricordato….ma il mio punto nel post era un altro…dopo i 30 anni e quindi 31,32,33 e via dicendo, dopo insomma l’età da working holding VISA diventa più difficile trovare un lavoro e uno sponsor…per carità nulla e’ impossibile ci mancherebbe ma onestamente l’età e il fatto di non essere australiani in Australia può rappresentare un limite….
…. era giusto per ricordare a Sery di richiedere il visto in tempo…. perchè ho conosciuto persone perdersi questa opportunità per pochi giorni/mesi e poi mangiarsi le mani…..
Concordo con te Maga e ti leggo sempre con piacere…….. il fatto è che per realizzare i propri sogni (che sia l’Australia o meno) bisogna “sputare sangue”… se tutto fosse semplice che sogno sarebbe e che soddisfazione ci sarebbe nel realizzarlo???!!!! Secondo me non è sbagliato avere grandi sogni, anzi, è sbagliato non capire che bisogna darsi da fare e darsi da fare sul serio per realizzare questi grandi sogni….
Un bacione!
Cara Maga,
penso che questo sia uno dei post più maturi che tu abbia mai scritto. Inutile dire che hai ragione, in tutto e per tutto. Ma il sogno più grande che verrà infranto non sarà quello della nostra generazione, ma di quella precedente. Per la prima volta, infatti, i figli vivranno probabilmente peggio dei loro genitori. E a questi ultimi toccherà stare a guardare. Il “loro” sogno, come hai detto, non è sostenibile. Sta a noi, adesso, cercare il “nostro” sogno, che non sia quello che ci hanno inoculato dalla nascita, e a non deprimerci perchè un sogno non nostro si è rivelato effimero.
In bocca al lupo 😉
Francesco,hai detto cose buone e giusto! discorso vale anche per .. “la maga” (mi piacerebbe chiamare le persone per nome..)
Ciao alberto, io mi chiamo Angelica! 🙂
Ciao Maga, forse ti ricorderai di me.
Anche se non ci siamo mai viste, ti ho incontrata virtualmente su fb, quando in Australia non ci eri nemmeno ancora arrivata e da allora ti ho seguita in tutte le tue tappe, sia in giro per l’Australia, fino alle mie zone in Italia, per il mondo, ecc….
Di solito leggo ma non commento, preferisco rimanere in disparte, testimone silenzioso, ma questa volta no. Questa volta è diverso.
Noto, sempre con un piacere curioso che l’Australia fa sempre colpo e diventa protagonista anche in un post dove quasi non centra e ho deciso di intromettermi per parlare sia di Australia che di sogni giusti.
Entro il 2012 diventerò quasi-aussie. Dico quasi perchè aussie al 100% sarò solo sulla carta, dentro di me sarò sempre un mix del mio e dei paesi in cui ho vissuto. L’Australia è casa mia ormai ed è diventato il mio sogno che si è realizzato, il sogno giusto che mi sta aiutando a fermare almeno un po’ i miei sogni sbagliati. Permettimi di dire che mi sento, o forse sentivo, un po’ come te; sempre alla ricerca del di più, di qualcos’altro, ecc…Dico sentivo perchè ho deciso di togliermi per sempre il costume da wonder woman e di cercare di ottenere solo sogni giusti, piccoli,semplici. Questo non vuol dire che smetterò di sognare, ma solo che cercherò di VIVERE sognando e non il contrario, cioè sognare di vivere una vita diversa,lontana,forse irraggiungibile rischiando di perdermi la vita vera per strada.
Un giorno persa tra i miei mille pensieri e cose da fare, mi sono resa conto di essere entrata in un vortice inarrestabile che mi portava a raggiungere obiettivi e raggiungere obiettivi senza nemmeno più sapere quale fosse la meta e da allora cerco di uscire da quel circolo vizioso. Conoscendomi, questo non vuol dire che smetterò di lottare per ottenere ciò che voglio, ma lo farò ricordandomi di vivere il presente e apprezzare ciò che ho.
Good luck with your demons,
Manuela
Ciao Manuela, certo che mi ricordo di te…come stai?
a quanto vedo molto bene e questo mi fa piacere. Che dire, spero anche io di trovare il sogno giusto che freni i miei sogni sbagliati (mi piace molto questa tua espressione!) ma per il momento continuo a sbattere la testa in questo circolo vizioso e continuo a combattere i miei demoni.
Spero di uscirne prima o poi proprio come hai fatto tu!
Un bacione e se capiti dalle parti di Milano fatti viva! 🙂
Wow! Francesco ha ragione quando dice che questo è uno fra i post più maturi che hai mai scritto… sottoscrivo e porgo anche i miei complimenti. Anche Manuela ha toccato un punto molto profondo: il VIVERE il presente apprezzando quello che si ha!
Posso solo aggiungere che nel dopoguerra la psicologia ci ha portato la scala dei “bisogni” umani (conosciuta come “la piramide di Maslow”), che divide in 5 livelli i bisogni psicofisici dell’essere umano:
– alla base ci sono i bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)
– quindi i bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
– poi i sogni di appartenenza (affetto, identificazione)
– in seguito i bisogni di stima, di prestigio, di successo
– e per ultimo i bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).
Chiaramente si può confutare che questo valga per tutti, ma ci da’ una buona idea di quello che sta accadendo oggi. Direi che qui da noi i primi 3 livelli sono assolutamente lo standard da almeno 40-50 anni, quindi quello per cui ci si batte e ci si è battuti negli ultimi 20/30 anni erano gli ultimi 2 livelli. Ora per cosa dovrebbero combattere le nuove generazioni?? Come scrissi in passato “hanno tutto”, quindi per cosa dovrebbero combattere?
Purtroppo anche in questo caso la matematica ci viene in aiuto dandoci dei modelli basati sulle equazioni differenziali (ricordate la storia dei lupi e degli agnelli in un territorio limitato?): oggi siamo 7 miliardi in continua crescita, ma le risorse sono limitate, quindi prima o poi (secondo me “a breve”) arriveremo al punto in cui la popolazione mondiale verrà ridotta “suo malgrado” perché, come la popolazione di lupi, quando manca il cibo (gli agnelli) si riduce, lasciando agli agnelli la possibilità di riprodursi, e via di seguito. Come avverranno queste “decimazioni” non lo so, ma conoscendo la crudeltà dell’essere umano si può immaginare il peggio: l’essere umano è l’unico “animale” che accumula anche in assenza di bisogno!
Un leone o un coccodrillo con la pancia piena non farebbero male a una mosca… un uomo che si trova già al vertice della piramide di Maslow, vuole comunque sempre di più e per lui tutti gli strumenti son leciti per raggiungere il suo fine.
La pace nel mondo? Un’utopia visto che genera enormi ricchezze a chi produce e commercia armi… e inoltre “decima” certe popolazioni.
Che il sogno inculcatoci dalla generazione precedente sia in qualche modo “sbagliato” è un dato di fatto e anche in questo caso è matematicamente dimostrabile. Chi detiene il potere (i politici) si fa aiutare da quei “venditori di fumo” che si fanno chiamare “economisti” per ottenere OGGI il massimo e per il futuro “chi se ne frega, non sarà più un mio problema…”. Sta a noi usare il nostro cervello e evitare che questo modo di fare degeneri, ma soprattutto starebbe alle nuove generazioni evitare il peggio. Il problema è che siccome OGGI “hanno tutto” non se ne preoccupano minimamente, visto che comunque c’è chi pensa a loro… il problema semmai arriverà quando l’attuale classe politica non potrà più dar loro ciò che per loro è “normale”. E di questo siamo tutti un po’ responsabili.
Complimenti anche da parte mia per il Link, piu’ che le domande leggittime della “maga” sono il pensiero di Linux, che mi danno una grossa tristezza. Oggi le pecore sono troppe, e i lupi vogliono fare manbassa! Non posso neanche dire, continiuiamo cosi, non e’ piu’ possibile continuare cosi!! Domenica scorsa se non sbaglio e’ stata la data che l’umanita’ ha gia’ “mangiato” quello che si produce in un anno!! Questo e’ molto garave, vuol dire che abbiamo incominciato a mangiare quello che si produrra’ l’anno prossimo. Poco conta che questi ragazzi hanno tutto, subito e con facilita’ prendono la vita, sta’ in noi (con le nostre poche forze, ma la rete su questo puo’ aiutarci tantissimo) provare a cambiare un po le cose. NON SI PERCEPISCE L’INTERESSE DEI MEDIA, SU QUESTO ENORME PROBLEMA!!!
Avete tutti esposto il problema in maniera esplicita, ora servirebbe una soluzione che coinvolga a livello come minimo nazionale. Ma come svegliare questi ragazzi dal loro torpore, la rete potrebbe essere un buon mezzo e se loro non si muovono, dobbiamo essere ancora noi “la generazione prima”, che armi in spalle, DA il buon esempio. E’ un discorso da approfondire, mi dispiace che abbiano risposto in pochi a questo link, forse molti ancora in ferie?
Nooo maga 😀 non puoi dir così..!
L’Australia alla fine è stato il tuo trampolino di lancio per ripartire, e in questo sistema caotico dove il lavoro non è quasi mai quel che ci si aspetta, il clima economico/politico non è assolutamente sotto una buona stella..e in più, qualche faccenda personale aggrava la situazione, si ha il BISOGNO di “sfruttare” un paese come l’Australia per tornare sulla retta via..o trovare l’inaspettato…
Io partirò a Gennaio e a differenza di qualche mese fà dove mi chiedevo come fosse possibile lasciare tutto per provare qualcosa di nuovo, ora mi chiedo come posso non provare!. Sicuramente questa esperienza, che vada bene o male, mi cambierà e mi farà vedere la vita sotto un’altro aspetto..proprio come ho letto nel tuo blog.
Michael
Michael io ho sempre sostenuto che un viaggio in Australia lo dovrebbero fare tutti, perché ti fa aprire gli occhi su tante cose e ti cambia radicalmente. Questo non toglie però che noi come generazione siamo frutto di un sogno sbagliato e sta a noi provare a raddrizzare questo sogno. Non dobbiamo continuare a sognare quello che i nostri genitori hanno sognato per noi, perché si è dimostrato un sogno fallimentare o perlomeno non sostenibile nel lungo periodo…
Per carità…il mostro del consumismo, cerco di abbatterlo un passo alla volta..e non è impossibile su! 🙂 .
Per mè, il sogno è essere parte di questo mondo, scoprirlo e imparare come poter fare qualcosa di buono nel mio piccolo per evitare di portarlo alla distruzione (..e per ora lo stiamo distruggendo molto bene..)
Viaggiarlo credo sia un buon modo per formarsi e capirlo, e lo apprendo sull’onda dei 25 anni! …spero non sia tardi…
Ma nel frattempo, internet che è il più grande mezzo di comunicazione, sta ROVINANDO le generazioni future, è utilizzato per emerite cagate ed è utilizzato soprattutto a favore di questo cattivo esempio…i ragazzi che si avvicinano alla maturità sono consumisti senza neppure saperlo..
Sinceramente non riesco ad immaginare come le nuove leve di questo pianeta (specialmente nei paesi più industrializzati..) possano venirne fuori da sole..
Spero in un domani dove io potrò fare qualcosa di concreto per questo 🙂
Sento spesso parlare dell’apatia dei giovani come se questo fosse una causa della scarsa realizzazione personale/lavorativa e non la logica conseguenza della situazione economico-sociale attuale. Sì, i giovani sono apatici, e tra questi mi ci trovo pure io.
Perché?
Perchè dopo esserci smazzati appunto 5-6 anni di università scopriamo improvvisamente che non avremo un lavoro retribuito, ma se siamo fortunati uno stage senza rimborso (vuoi mettere la fortuna di imparare il lavoro?!), e dopo un’escalation di altri stage, lavori saltuari, lavori a progetto.
E così diventa impossibile diventare autonomi, pagarsi una casa (non esageriamo, non intendo un mutuo ma anche un appartamento in affitto è improponibile se si guadagnano 1000 euro al mese!), emanciparsi dai genitori che a 30 anni continuano a considerarci bambini e ad allungarci di tanto in tanto una banconota da 10 euro, che fa sempre comodo (e la cosa più brutta è doverla accettare con tanto di gratitudine).
Insomma cosa c’è da essere ottimisti e sognatori?
Ps Io ho la doppia cittadinanza (italiana e australiana) e dopo 4 anni di lavoro precario in Italia ho deciso di provare down under, non perché penso che sarà la soluzione di tutti i mali, ma perché vorrei provare per una volta l’ebbrezza di arrivare a fine mese senza l’ansia del conto corrente vuoto…
L’ho condiviso su twitter!
Grazie!!!!! 🙂
Ciao Maga! Come posso contattarti via e-mail? Avrei bisogno di alcune dritte riguardo a una possibile partenza per l’Australia…
Per quanto riguarda il contenuto di alcuni commenti: io faccio probabilmente parte di quella categoria di ‘giovani apatici’ di cui parlate… il punto è questo: le generazioni precedenti ci hanno lasciato nella merda, io sono all’ultimo anno di liceo e mi sento contiunamente ripetere che non avrò mai un futuro sicuro, che sono destinata a diventare una lavoratrice pecaria, che per quanto ci si possa impegnare la situazione è praticamente senza speranza, che l’unica sarebbe andare all’estero, ma anche lì la situazione non è poi così rosea, e la concorrenza è feroce. Già il momento in cui ci si trova a lasciare la ‘sicurezza’ della scuola per avventurarsi nel mondo del lavoro, il mondo adulto, non è un momento semplice… con questi bei discorsetti che ci vengono fatti continuamente da insegnanti frustrati, genitori preoccupati e telegiornali vari… come dovremmo reagire? Io sono una ragazza giovane (18 anni), e conosco e frequento persone della mia età, quindi posso affermare questo con sicurezza: non siamo svogliati, non siamo stupidi, non ci mancano gli ideali, né la voglia di darci da fare e crearci un futuro sicuro e dignitoso. Ma siamo spaventati, questo sì. E il poco credito che ci viene dato di certo non aiuta.
Che bel commento….voi giovani dovreste farvi sentire più spesso. E’vero che alle giovani generazioni ormai non si dà più crediti, siamo visti come dei perdenti, dei falliti o destinati al fallimento.
Per me si sbagliano di grosso, ma dobbiamo dimostrarglielo! 🙂
Comunque la mia e-mail è angelica.giambelluca@gmail.com!
complimenti ! un blog straordinario ! sono un siciliano in australia che ti segue da piu’ di un anno complimenti per i tuoi post compimenti per la maniera in cui li componi spesso ho nostalgia di tornare ma io sono di quelli siciliano-rassegnato alla supremazia della criminalita’organizzata nel nostro paese ! u grosso abbraccio speranzoso