Quella strana cosa chiamata mercato del lavoro….

 

Uno si chiede, ma la maga di notte dorme bene? Ma perchè allora si alza al mattino con questi pensieri e ci straccia i maroni? Eh già…me la faccio anche io questa domanda e la risposta è che si, anche oggi, vi cuccate se volete il mio post-monologo-sfogo quotidiano. Pero’ stavolta non riguarda solo me, quindi tranquilli che non è il solito monologo sul “quanto sono sfigata ma prima o poi ne esco” :-D. Perchè se poi mi dite che invece riguarda solo me, allora è giunto il momento di andare in analisi da uno veramente bravo e se ne conoscete uno, fatemelo sapere… 😀

Il mercato del lavoro. O meglio, gli annunci di lavoro. Ecco di cosa vi parlo.

Non parlo di cose dette e stradette come mancanza di flessibilità, contratti scandalosi e altri goie simili. O della mancanza di lavoro, perchè non è nemmeno questo. Io leggo annunci ogni giorno, in qualsiasi settore! Ce ne saranno meno rispetto magari a qualche anno fa, pero’ ci sono.

Vuoi fare l’ingegnere, la segretaria, la contabile, l’idraulico, l’elettricista, il manager? Vai sui princicpali siti italiani di ricerca lavoro e sicuro qualcosa trovi.

Non è questo il punto. Quando ero in Australia e cercavo lavoro, la cosa  funzionava in modo abbastanza elementare: l’azienda metteva l’annuncio, l’interessato lo leggeva e mandava il cv e tempo massimo qualche giorno (giorno!) veniva contattato. E tempo qualche settimana (ma massimo due che mi ricordi) l’annuncio spariva.

Che significava? Che qualcuno quel lavoro lo aveva ottenuto. Magra consolazione,non eri tu! Ma almeno vedevi che il mercato girava, la cosa aveva un suo senso.

Qui la cosa ha un senso che non capisco. O sono io, di nuovo, la sfigata a cui capitano tutte, ma proprio tutte 😀

Io ho un lavoro, ma come detto da qualche altra parte, mi guardo comunque intorno alla ricerca di qualcosa di meglio.

Leggo annunci ogni giorno e se mi capita qualcosa di interessante, invio il cv. C’è un motore di ricerca che addirittura ti dice se la tua candidatura è stata letta, se è stata scartata e se l’azienda sta ancora valutando i vari cv arrivati. Questo servizio ti dà la reale fotografia del mercato del lavoro italiano, che è una tartaruga in confronto a quello australiano dove le aziende hanno bisogno e subito di personale e lo cercano e trovano in pochi giorni. Da noi, invece, se la prendono comoda.

E mandi il cv e vedi che per settimane, se non mesi, il tuo cv è sempre in valutazione. E l’azienda continua  a mettere l’annuncio ogni settimana. E allora pensi che magari quello che richiedono è una figura con i controzebedei ma poi rileggi i requisiti e noti che in certi casi neppure l’esperienza ti chiedono, ma una laurea specialistica e la conoscneza dell’inglese. Insomma, niente che non possa essere offerto dalla platea dei giorvani d’oggi, quasi tutti laureati con una minima conosnceza dell’inglese!

C’è un caso che io definisco problematico e patologico, nel senso che penso che il responsabile delle risorse umane di quell’azienda abbia dei seri problemi di decisione. E’ un eterno insicuro, deve esserlo, perchè io vedo quell’annuncio da quasi un anno, poi vedo i requisiti e non ci posso credere che non abbiano ancora trovato nessuno!

Cosa chiedono? Poca esperienza, voglia di fare, precisione, puntualità e un po’ di passione in quello che fa l’azienda. Non mi pare che ci voglia un premio nobel, giusto? Io ho inviato il cv, sono mesi che il cv è in visione, sono mesi che l’azienda ripropone lo stesso annuncio. E io allora un giorno per sfizio li ho chiamati, perchè ero troppo curiosa: “Salve, ho mandato il cv qualche settimana fa, ho visto che lo avete scelto per continuare il processo di selezione e vorrei sapere se ci sono novità”. La risposta è stata: “Stiamo valutando i cv, al massimo nel giro di qualche settimana avrà una risposta”. E’ passato più di un mese da quella telefonata e io il cv l’ho mandato due mesi fa.

Ora, se uno cerca lavoro perchè è disoccupato…come fa ad aspettare tutto questo tempo? Chi glielo paga tutto questo tempo? E’ possibile che ci vogliano mesi per trovare una persona che non dico un manager, porca miseria, ma un impiegato con requisiti che oggi trovi facilmente tra i giovani? Perchè in Australia è tutto più veloce e qui si perde tempo? Certo, per posizioni di un certo ripo la selezione dura anche un mese, ci sono diversi colloqui da superare e mi sta anche bene. Ma almeno la selezione inzia e uno un po’ di speranza ce l’ha. Nella maggior parte dei casi che ho visto io  invece non inizia un bel nulla e tu passi le giornate a vedere se l’annuncio è ancora in piedi e che ne hanno fatto del tuo cv.

Qualcuno ha almeno la gentilezza di scartare la candidatura così uno si mette il cuore in pace e cerca altrove. Ma sono perle rare queste. Gli altri se ne fregano. Prendono tempo e tu intanto non sai che fare, se continuare a cercare o aspettare.

Se uno ha bisogno di un lavoratore, presumo abbia anche l’urgenza di trovarlo. Perchè poi questi geni ti mettono tra i requisiti la disponibilità immediata. E tu come una scema gli rispondi pure che sei già con la valigia in mano pronta a seguirli, e questi manco ti cagano. Se uno ha bisogno di un lavoratore per il prossimo anno e non ora, magari lo dovrebbe scrivere nell’annuncio. O no? Vorrei parlarci con questi signori del recruitment per capire a cosa pensano quando scrivono gli annunci, se pensano a chi li leggerà e alle speranze che alimenterà in tutti quelli che invieranno la candidatura. Che altro non chiedono che una risposta. Selezionato o scartato. E tante grazie. Chiedono, chiedo, una benedetta trasparenza.

Perchè già il lavoro è poco, ma se quel poco che c’è ci deve anche prendere per i fondelli, allora non ci siamo.

Ripeto, magari sono io che ho avuto questa esperienza e non è stato così per tutti. Lo spero, che devo dirvi.

Perchè poi bisognerebbe parlare degli stages. Che non è lavoro, è sfruttamento in Italia. Le aziende si fanno belle dicendo che prevede “un inserimento finale”. Si, inserimento di cosa? E’ l’azienda che inserisce qualcosa te semmai, non il contrario. 😀

conosco gente che vive di stage. Come lavoro fa lo stagista, e va avanti con i rimborsi spese. Un “inserimento” continuo…

Ma cosa deovon fare? Almeno c’è quello, mi direbbero loro. E hanno tutte le sante ragioni.

Ma dove puo’ andare a finire un paese che va avanti a stages e per assumere impiega mesi? Dove?

E perchè poi gli stages finiscono tra gli annunci di lavoro? Già quella per me è una presa in giro. Mettete la sezione stage, distinta da quella del lavoro. Stage è formazione, o così dovrebbe essere. Durante lo stage, le persone non dovrebbero lavorare ma imparare ed essere affiancate da persone individuate apposta dall’azienda. Lo sappiamo tutti che non è così, ma tutti fanno finta di niente. Negli annunci degli stages alle volte leggi requisiti che di solito si chiedono a persone che si vogliono assumere…esperienza, conoscenza lingue, conoscenze informatiche, cazzi e mazzi e alla fine…si offre iniziale contratto di stage. Ma vaff….

Finirà prima o poi questa immensa presa per il c….ulo?

E con questo quesito esistenziale vi lascio e scappo a lavorare, per l’appunto! 🙂

Un buongiorno a tutti, nonostante tutto

21 thoughts on “Quella strana cosa chiamata mercato del lavoro….

  1. Si vede che hai scritto questo post di getto e di cuore.

    Aggiungo, se posso, la nostra esperienza, mia e di mio marito, lui disoccupato da più di un anno, io da 6 anni, da quando ho avuto l’ardire di fare il primo e poi il secondo figlio.

    Lui legge annunci per “lavoro d’amministrazione” essendo ragioniere e INCAPACE a fare il venditore. Lo chiamano per un colloquio e mio marito al telefono chiede, non si sa mai, di che tipo di lavoro si tratta. “Lavoro di ufficio” rispondono. “Mica è un lavoro di vendita porta a porta?” chiede lui, incapace di vendere anche l’acqua nel deserto. “No, no, d’amministrazione”. Ok, va al colloquio, a mezz’ora di macchina da casa (e la benzina costa) e questi lo prendono per andare a fare colazione al bar……chiacchierano con altri due “aspiranti” come se fossero amici da sempre, elogiano la facilità nel diventare ricchi nella loro azienda e intanto sorseggiano un cappuccino. Dopo mezz’ora ci si aspetta di tornare in ufficio per il colloquio e invece si sale in 5 in macchina, senza spiegazioni.
    Giunti al casello dell’autostrada mio marito chiede “Ma dove andiamo?” e loro, candidi, dicono il nome di una città fuori regione, ad un’ora di macchina.
    Giunti li, si rivela il vero lavoro: VENDERE PORTA A PORTA CONTRATTI TELEFONICI.
    Sono stati tutta la mattina in un negozio per implorare la proprietaria di firmare il contratto, pranzano e dopo tornano dalla poverina la quale, sfinita, FIRMA.
    Poi prendono la macchina e tornano “in ufficio”.
    Visto quant’è facile fare soldi?
    E in ufficio? Musica a tutto volume e APERITIVO.
    Mio marito ha preso e se n’è tornato a casa. Nessuno gli ha chiesto niente, nessuno ha voluto sapere della sua esperienza lavorativa, nessuno gli ha illustrato il tipo di lavoro, le ore lavorative a settimana, lo stipendio, ecc.

    MA CHE MONDO E’????

    Noi stiamo provando a lanciarci nel web…..

    • Veramente!!! Alla larga da questi annunci, Sandra. Quando non ti dicono al telefono chiaramente cosa vogliono… Esperienza personale. Queste cose accadevano comunque già 15 anni fa.

  2. Un’altra cosa che ormai è comune trovare è l’incompetenza.
    Vogliono gente che sappia fare questo, quello e quell’altro e poi evidentemente prendono il primo che passa. O per raccomandazioni.
    Recentemente mi sono capitati un paio di episodi, il primo nel negozio Vodafone della mia città, dove la commessa ne sapeva meno di me di una certa offerta, quando la mia conoscenza si limitava alle 10 righe che avevo letto sul sito.
    La seconda è stata una chiamata di una compagnia telefonica.
    Dopo avermi parlato per due minuti di quanto la loro offerta fosse economica, l’operatore mi fa “adesso le passo il mio collega che sa bene il prezzo esatto dell’offerta.”
    Cioè mi deve vendere una cosa che non sai neanche quanto costa?
    Inoltre dopo un po gli ho chiesto “Scusi ma io ho iscritto il mio numero telefonico al registro delle opposizioni, come mai continuate a chiamarmi?” e lui “Boh!”.
    Di chiamate da call center ne ho ricevute, ma un “Boh” come risposta non me lo ero mai beccato. Almeno di solito cercano di menartela usando un buon linguaggio. Bah!
    Secondo me c’è un sacco di gente al posto sbagliato che andrebbe levata.
    Per primi i lavoratori di 70 anni che sono ancora lì a prendere pensione più contratti di co.co.co o co.co.pro, invece che fare spazio ai giovani.
    Ma lì è colpa dell’azienda che, per prima, gli chiede di rimanere.
    Ovvio che a quel punto loro rimangono, rimarrei anche io.

  3. E aggiungo:
    quando ti chiamano per un lavoro da ragioniere ti dicono che i requisiti sono:
    1) esperienza
    2) ottima conoscenza dell’inglese, tedesco, francese, polacco e russo
    E poi ti chiedono quanto prendevi prima e dicono che 800 euro per un part-time sono un sacco di soldi.

    Cioè, stai cercando un ragioniere con esperienza che parla correntemente 5 lingue, delle quali un paio almeno NON SI STUDIANO A SCUOLA, quindi devi essere o madrelingua russo/polacco o immigrato o devi aver lavorato in russia, polonia e germania e poi mi vuoi pagare meno di 800€ al mese???

    • Hai ragione, ma a onor del vero ho letto anche annunci dove a certi requisiti come quelli che tu elenchi ci sono anche offerte decenti. Forse il trucco è non smettere di cercare mai e fregarsene di quelli che non ti rispondono.

  4. Assolutamente hai ragione. In UK ho trovato 3 lavori, di cui uno rifiutato. Il primo dall’Italia, e ci ho messo quasi 2 mesi, 3 interview e 2 viaggi. Dopo che sono stato licenziato, il secondo lavoro l’ho trovato prima della scadenza del preavviso dopo una sola interview. Il terzo, che ho rifiutato, era un lavoro a contratto molto remunerativo sull’isola di Wight (ecco perche’ ho rifiutato, e’ un posto per 80enni…) ed essendo un recruiting “urgente” dal momento dell’invio del CV all’offerta sono passati 6 giorni, con 2 interview su Skype e una di persona.

    In Italia ho mandato tanti CV da neolaureato, ma poi ho smesso perche’ il mio profilo non interessa ne’ alle aziende ne’ alle universita’. Ho un PhD in ingegneria, e quindi sono troppo “bravo” per le aziende che cercano ingegneri cheap e ho troppa esperienza in business e spin-off per essere un ricercatore “carne da macello” per universita’. So di essere un privilegiato, ma se un PhD in ingegneria non trova lavoro, cosa devono passare gli altri?

    Ti consiglio di leggere http://blog.guykawasaki.com/2007/08/how-to-not-hire.html

  5. Ciao, qualche mese fa il Corriere della Sera cercava giornalisti. Credo che la selezione sia già finita tuttavia perché non provare? Prova anche a Il Sole 24 Ore e Altroconsumo. In bocca al lupo!

  6. Il problema dell’emigrazione è che è difficile mantenere il proprio status lavorativo/sociale e ci si ritrova a svolgere lavori magari lì per lì divertenti ma che nulla a che fare hanno con la preparazione acquisita in anni di studi, sacrifici e soldi spesi. Io penso tuttavia che dovresti dare un’occhiata ai master all’estero come giornalista (in inglese, naturalmente!) e rifare la valigia al più presto. Se hai bisogno contattatami, la mia e-mail ce l’hai. Buona giornata e coraggio!

      • WOW !!! Brava Maga, bene! Questa è una soluzione. Dovrai prepararti a “tirarla” perché all’inizio sarà dura, ma ne vale la pena. Il tuo corpo ti ringrazierà. La cosa importante è riuscire a tenere un ritmo tuo, non più (a meno di qualche exploit di tanto in tanto) ma soprattutto non meno (quindi trovati delle attività da fare per esempio in giardino o in cucina per “riempire” le tue giornate). Tienici al corrente della tua evoluzione e coraggio, la vita à fatta per viverla! Un bacio (il tuo principe azzurro non me ne voglia, un abbraccio a lui!) 😉

  7. Cara Angelica, in Italia è così: prendere o lasciare….
    In Australia ho fatto un colloquio per una bellissima posizione (il lavoro dei miei sogni), ho passato la prima selezione ma non la seconda… e sinceramente hanno fatto bene a non prendermi… il mio Inglese così come la mia conoscenza della società australiana non erano al top e sono sicura che hanno trovato e preso una persona più brava e più preparata di me….
    Sai la cosa bella però? Mi avevano promesso una risposta entro un dato giorno e in effetti quel dato giorno uno dei selezionatori mi ha chiamato e mi ha dato il responso…. e oltre a quello mi ha spiegato cosa era piaciuto e cosa no, dandomi dei suggerimenti concreti e dei buoni consigli per la prossima volta…. Può essere solo una cosa di facciata (in fondo un rifiuto è sempre un rifiuto) ma a me ha fatto molto piacere e di sicuro seguirò i suoi consigli. In Italia non mi è MAI capitata una cosa del genere e, credo, mai capiterà…. Per mia esperienza, posso contare sulle dita di una mano (e senza neppure usarla tutta) i datori di lavoro che danno una risposta dopo un colloquio (eppure che ci vuole ad alzare il telefono o almeno a scrivere una mail?), tutte gli altri non si pongono neppure il problema, che gliene frega a loro? Tanto hanno una grande quantità di “manodopera” a disposizione e spesso, per di più, a costo zero o quasi…..
    Io ti suggerisco di provare in un altro Paese, non deve essere per forza dall’altra parte del mondo, in fondo l’Europa è vicina e non saresti così lontano dai tuoi affetti, sai, giusto per togliersi lo sfizio e vedere come va…..

  8. Salve a tutti quanti, interessanti i vostri commenti e il post della Maga (vero che stavolta hai lasciato la giornalista a riposo; l’hai scritto di getto, un po’ come faccio io con i miei 😉 ).

    Vorrei proporre un altro punto di vista: a che serve avere sempre degli annunci di ricerca lavoro? Semplice, a vendere meglio! Insomma, se un’azienda può permettersi di assumere personale può vantarsi di essere in “piena espansione” (nella concezione del mercato del lavoro). Per farsi pubblicità a poco prezzo certe aziende pubblicano annunci di lavoro “fittizi”.

    Quando hanno potenziali clienti che si interessano ai loro prodotti si vantano di essere, appunto, “in piena espansione”, di cercare continuamente nuovo personale per poter rispondere ai numerosi clienti in tempi più brevi. Tutto questo permette all’azienda in questione di lavorare con pochi dipendenti, mal pagati e che devono fare tutto e subito e nel contempo di “darsi delle arie” con i clienti (visto che hanno le buone scuse). Quegli sfigati dei clienti credono a questa “facciata” e attendono fiduciosi i prodotti richiesti, accettando ritardi, aumenti di prezzo e altre cazzate.

    D’altra parte il fatto di pubblicare annunci in continuazione fa aumentare l’indicatore riguardante l’imminente uscita dalla “crisi”: -“Guarda quanti annunci, sei tu che non vai bene, le aziende cercano continuamente personale” ti dicono. Mai nessuno (a parte i diretti interessati alla ricerca di un lavoro) si interessa però di andare a fondo nella cosa e verificare quanti di quei posti di lavoro sono VERAMENTE liberi e attendono una persona.

    C’è poi un altro vantaggio, quello da voi descritto: se a un’azienda serve avere manodopera, questa è ancora meglio quando è gratuita, quindi sotto forma di “stage” (che per legge non dovrebbe essere lavoro non retribuito, ma siccome chi fa le leggi è anche chi siede nei consigli di amministrazione delle aziende che approfittano del lavoro degli stagisti si capisce perché le cose siano così…).

    La mia personale esperienza è che il modo migliore per vivere è lavorare in modo indipendente, riducendo i consumi (e le spese) al massimo. Questo permette di avere tempo libero da investire in quelle attività che deleghiamo a altri e che di solito ci portano via parte di quei soldi che noi dobbiamo guadagnare accettando di diventare degli schiavi.

    Si, schiavi, schiavi moderni, alla mercé degli approfittatori che ci fanno lavorare (praticamente gratis) con il miraggio di ottenere poi un posto di lavoro fisso. Ma soprattutto schiavi volontari: la scelta c’è e si può fare, dipende da noi. Dipende da cosa siamo disposti a fare per avere la nostra libertà, per vivere la nostra vita. E chiaramente ci saranno delle cose a cui dovremo rinunciare, a vantaggio però di poter veramente vivere. Vivere una vita più vera e magari anche più felice.

    Un augurio a tutti voi,

    Uomo_Linux (live free or die – vivi libero o muori)

  9. Ciao ragazzi,

    Dopo 5 anni vissuti fra Irlanda e Inghilterra posso assicurarvi che il fenomeno degli stage non retribuiti all’estero e` sempre esistito ed e` tornato di gran moda in questi ultimi anni a causa della “crisi”, cosi` come le aziende che cercano gente che faccia vendite porta a porta senza uno stipendio garantito (molto diffuse a Dublino e Londra). Il problema e` che questi sono meccanismi per generare profitto sulla pelle dei giovani (e meno giovani), e sotto questo punto di vista tutto il mondo e` paese.

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